Le intimidazioni ai danni dei giornalisti non si fermano. Stavolta è accaduto in Umbria, a Perugia. Nel mirino una cronista de Il Messaggero. Che si è ritrovata delle scritte minacciose e ingiuriose proprio fuori dalla sua abitazione. L’ennesimo episodio inquietante riporta d’attualità una situazione che ormai è insostenibile. E per cui le parole, evidentemente, sembrano non bastare più. Per queste ragioni ordine e sigle di categoria hanno alzato la voce. Chiedendo alle istituzioni di intervenire, con decisione ed efficacia, per contenere un fenomeno, quello delle minacce e delle intimidazioni contro i giornalisti, sempre più virulento.
I fatti si sono verificati con tutta evidenza nella notte tra martedì e mercoledì. La scoperta, invece, alla mattina di ieri. Una scritta davanti casa, su un cartello. Che molto poco lascia all’immaginazione. “Giornalisti, infami, chiacchieroni, vere vipere, velenosi, spoletini, falliti, venduti”. La “solita” sfilza di insulti che rimbalza, con frequenza sempre maggiore, dal digitale alla realtà. Alla giornalista umbra è arrivata la solidarietà dell’Ordine regionale. Che in una nota ha stigmatizzato. “Un attacco diretto al cuore dell’informazione, della sua autonomia, dell’insopprimibile libertà di informazione e critica da sempre alla base di ogni società civile e democratica”.
E dunque. “Siamo e saremo a fianco di Antonella Manni e de Il Messaggero in tutte le azioni che intenderanno intraprendere ora e in futuro”. Anche l’associazione stampa umbra ha voluto esprimere la sua “vicinanza e solidarietà alla collega Antonella Manni de Il Messaggero che oggi è stata oggetto di una vile intimidazione”. Il sindacato dei giornalisti umbri, in una nota, ha condannato. “un gesto inqualificabile, che colpisce una giornalista e l’intera categoria ed è pronta, insieme alla Fnsi, ad offrire alla collega tutto il sostegno di cui necessità”. Dunque Asu ha aggiunto. “Chiediamo alla autorità competenti di far luce al più presto sull’accaduto affinché ogni professione, e dunque anche quella giornalistica, possa esser svolta in piena sicurezza”.
Per Asu. “Quello diretto alla collega Manni è un atto ingiurioso e vigliacco che colpisce l’intera collettività. Perché il tentativo di intimidire la libertà di stampa è anche un tentativo di minare la democrazia”. Infine la conclusione. “Ogni azione messa in atto per impedire l’attività di informazione, da quella intimidatoria alle querele temerarie. Va arginata e condannata senza indugio e con la massima determinazione. A ciò devono fare fronte comune tutti gli organismi di categoria”.
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