“Molto è stato detto in questi giorni sulla vicenda dell’acquisto di spazi televisivi locali da parte dei gruppi consiliari regionali, e sul ruolo delle istituzioni chiamate a vigilare sulla correttezza dell’informazione”. Il Comitato regionale sulle comunicazioni dell’Emilia-Romagna, con una nota, puntualizza “che, proprio grazie alla sua richiesta di chiarimenti, l’Agcom ha avuto modo di pronunciarsi e di affermare l’esistenza di uno specifico divieto, da applicare a questo punto in tutte le regioni, di “una informazione effettuata sulla base della cessione onerosa di spazi di comunicazione politica”.
Solo “grazie a questi chiarimenti, rilasciati dall’unica Autorità nazionale competente in materia, oggi siamo in grado di ricavare una regola precisa da un principio generale della legge 28/00 (‘garantire il pluralismo attraverso la parità di trattamento, l’obiettività, l’imparzialità, e l’equità’) tutt’altro che definito nel suo ambito di applicazione e nelle sue ricadute concrete”.
“Un’autorità regionale di vigilanza, qual è il Corecom, cui spetta segnalare comportamenti illeciti e non irrogare sanzioni, di competenza di Agcom- prosegue la nota-, non può che intervenire in presenza di violazioni sicure e definite. In assenza della pronuncia sollecitata dal Corecom, le posizioni avanzate dai vari commentatori, se pur legittime, sarebbero rimaste mere interpretazioni. Nessuna frettolosa assoluzione, quindi, né cambi di rotta o incongruenze, ma solo una seria e scrupolosa verifica preventiva della regola da applicare”. “In virtù di questo risultato, il Corecom già da ora si è attivato con azioni concrete, in raccordo con le altre istituzioni e in piena coerenza gli specifici compiti di vigilanza ad esso assegnati dalla legge”.
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