È stato interrogato in Procura per oltre 4 ore, ieri pomeriggio, il senatore del Pdl Sergio De Gregorio, indagato per truffa e bancarotta in uno dei filoni dell’inchiesta sui finanziamenti pubblici al quotidiano “l’Avanti!” di Valter Lavitola. Assistito dall’avvocato Carlo Fabbozzo, De Gregorio ha risposto alle domande dei pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock. Al centro dell’inchiesta, i circa 23 milioni di contributi erogati all’Avanti! tra il 1997 e il 2009 a fronte di fatture per operazioni ritenute inesistenti dalla Procura emesse da società riconducibili a De Gregorio.
«”l’Avanti!” non era una scatola vuota», ha detto ai magistrati il parlamentare, che ha ricostruito la genesi del suo rapporto con Lavitola. Un legame iniziato nel 1993 e concluso nel 2006 quando, ha affermato De Gregorio, «entrai in politica perché eletto per la prima volta al Senato e decisi di non interessarmi più di società che avevano accesso ai finanziamenti pubblici».
Nel corso del faccia a faccia l’esponente del Pdl ha consegnato ai pm anche documenti e allegati, fra i quali il contratto che prevedeva la distribuzione de “l’Avanti!” nelle stesse aree dove veniva distribuito il quotidiano “il Giornale”.
«E’ stato un interrogatorio molto tranquillo -dice l’avvocato Fabbozzo – abbiamo iniziato a fornire ai magistrati tutti gli elementi utili a chiarire la nostra posizione». Quello di ieri ha rappresentato infatti solo il primo tempo di un confronto che è destinato a proseguire: De Gregorio sarà certamente interrogato almeno un’altra volta, forse due. È ancora all’estero invece Valter Lavitela, latitante sulla base dell’ordinanza di custodia emessa dai magistrati di Bari per il caso Berlusconi-Tarantini.
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