Internet: Ue, no al controllo Onu della rete

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Il tema della governance di Internet è uno dei più discussi, a livello mondiale, nel mondo politico. Pur essendo considerata per certi aspetti un’utopia, per le difficoltà di gestire Internet difendendone la libertà, alcuni governi cercano da diverso tempo un modo per controllare la Rete. Il fallimento dell’attuale modello di governance “multi-stakeholder”, basato sulla visione americana che prevede una partecipazione diretta del potere allo scopo di assicurare condivisione e trasparenza delle decisioni e un carattere di cooperazione e partecipazione democratica dell’intero sistema, ha portato l’ONU a reclamare una posizione di controllo, sollevando così non poche proteste da parte di alcuni membri del parlamento europeo. A serio rischio la libertà della rete stessa. La Commissione europea, uscendo allo scoperto, ha messo in chiaro la sua posizione e ha rigettato l’idea che le Nazioni Unite debbano acquisire un ruolo chiave nel controllo di Internet. Il Commissario Ue per l’agenda digitale, Neelie Kroes, presentando la strategia dell’Unione sulla riforma della regolamentazione del Web, durante la conferenza stampa a Bruxelles, ha dichiarato: “Ci opponiamo al passaggio del controllo di internet alle Nazioni Unite o ai governi”. Pur riconoscendo che l’attuale modello sia da migliorare, Kroes ha invocato una “riforma” del sistema e non una “rivoluzione”.
“Sono d’accordo sul fatto che i governi devono giocare un ruolo chiave, ma gli approcci top-down non sono la risposta giusta. Dobbiamo rafforzare l’attuale modello, l’unico capace di preservare la capacità di Internet di creare velocemente innovazione”, ha dichiarato ancora la Kroes. Per la Commissione è fondamentale difendere un esempio di governance realmente basato sulla piena partecipazione di tutti gli attori e le organizzazioni rilevanti. La Commissione europea si propone dunque con un ruolo di primo piano nel dare forma al governo di Internet auspicando un dibattito in cui tutti possano avere voce e avanzando una riforma basata su un modello ancora più trasparente della gestione della rete.

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