Quella norma, spiegano Sandro Gozi e Silvia Velo, “potrebbe avere gravi conseguenze in termini di libertà di espressione e di sviluppo del mercato digitale italiano”. “Il prestatore del servizio, agendo in qualità di mero intermediario – illustrano i parlamentari del Pd – non ha la capacità né il compito di accertarsi se i contenuti segnalati siano effettivamente illeciti”. Altri emendamenti soppressivi giungono da Idv e Fli. Per l’Italia dei Valori Antonio Di Pietro intima un “giù le mani dalla Rete”. Vincenzo Vita (Pd) e Beppe Giulietti (Idv) parlano di “bavaglio” da “allarme rosso”. Per i due parlamentari in base a questa norma “si rende possibile a qualsiasi utente chiedere la chiusura di un hosting provider, senza nessun ruolo affidato all’Agcom o alla magistratura”.”Se qualcuno pensa che, per contrastare la pirateria e gli atti illeciti compiuti in Rete, si debba ridurre la libertà di espressione degli utenti, limitare l’attività dei principali operatori del web e introdurre un’insensata inversione dell’onere della prova sulla liceità dei contenuti pubblicati, non ha capito molto di Internet, né di pirateria. E sicuramente non sa cos’è la libertà”, dichiara la finiana Flavia Perina.
Luana Lo Masto
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