Via libera delle commissione Giustizia del Senato, nella notte, al ddl intercettazioni, che ora attende solo le decisioni della conferenza dei capigruppo, già convocata per questa mattina alle 11, per la calendarizzazione in Aula.
Dopo l’intervento a sorpresa del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che poco prima dell’avvio della commissione, alle 21, aveva annunciato ”l’altolà” politico del governo alla norma, così come era venuta a delinearsi nel lungo confronto in commissione a Palazzo Madama, e chiarito che per l’esecutivo ”il testo su cui ha posto ed ottenuto la fiducia è quello della Camera” e che questo rappresenta un punto di ”compromesso alto ed equilibrato tra i tre principi costituzionali in gioco: privacy, diritto di cranaca e quello relativo alle indagini”, i lavori sono proseguiti attivamente, nella consapevolezza che comunque quel testo subirà importanti modifiche nel passaggio dalla commissione all’Aula.
E’ proprio per questa ragione, per dare tempo ai tecnici del governo, d’intesa con i commissari, di trovare la sintesi migliore e trovare un testo che potrà trovare l’appoggio della maggioranza anche nel suo successivo passaggio alla Camera, dove gli equilibri all’interno del centrodestra sono molto più articolati ed incerti rispetto al Senato, che è assai probabile che l’avvio dell’esame del provvedimento dell’assemblea non sarà immediato, ma slitterà di qualche giorno, di un paio di settimane.
E’ stato lo stesso Alfano a chiarire che nel passaggio tra commissione ed Aula del Senato due degli attuali cardini del provvedimento saranno modificati: quello relativo alla pubblicabilità degli atti di indagine e l’altro, attinente alle sanzioni nei confronti dei giornalisti e degli editori, mentre l’unico punto su cui è stato il governo a presentare un emendamento in commissione, per la trasformazione dei ‘gravi indizi di colpevolezza’ in ‘gravi indizi di reato’ resta fermo.