Intercettazioni e diritto di cronaca: c’è tanto, ma tanto, da fare. La segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante è stata ricevuta e ascoltata dalla commissione Giustizia del Senato. Nell’incontro, che si è tenuto nella giornata di giovedì scorso, Costante ha riepilogato i problemi che l’informazione sta riscontrando negli ultimi tempi. Anche a causa dell’applicazione del decreto sulla presunzione di innocenza. “È evidente che in Italia la libertà di stampa si sta restringendo e l’azione dei giornalisti viene di fatto limitata. Se è indubbio che al legislatore spetta il compito di contemperare gli interessi in gioco e quindi di trovare il giusto equilibrio tra due principi di rango costituzionale”, riferendosi al diritto alla tutela della dignità e onorabilità delle persone e il diritto di informare e di essere informati, “pietra angolare del nostro sistema democratico, come ci hanno ricordato più volte la Corte Costituzionale e il presidente della Repubblica”, è da segnalare, però, ha rilevato Costante, che “nel 2022 il World press freedom index colloca l’Italia al 58° posto su 180 Paesi, 17 posizioni in meno rispetto al 2021 e 2020, dopo Gambia e Suriname”.
Il nodo è quello delle intercettazioni, a causa di una riforma “eccessivamente restrittiva” e che prevede “l’esplicito divieto di pubblicazione di tutte le intercettazioni non acquisite nel procedimento”, trascurando il fatto che “la necessità di pubblicare e diffondere notizie di interesse generale sia un valore da proteggere, come affermato dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo in diverse occasioni, e che prescinde dagli aspetti legati alla colpevolezza di una persona”.
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