Dal limite dei 75 giorni alle sanzioni per gli editori, ecco come il ddl sulle intercettazioni arriva al suo rush finale in Senato con gli emendamenti presentati dal relatore Centaro:
.- LIMITI: Intercettazioni possibili solo per i reati puniti con più di cinque anni (tra questi c’è anche la corruzione). I telefoni possono essere messi sotto controllo per 75 giorni al massimo. Se c’è necessità, vengono concessi altri tre giorni prorogabili di volta in volta con provvedimento del gip. Per i reati più gravi (mafia, terrorismo, omicidio ecc.) le intercettazioni sono possibili per 40 giorni, più altri venti prorogabili.
– DIVIETI E SANZIONI: Gli atti delle indagini in corso possono essere pubblicati non tra virgolette ma con un riassunto. Gli editori che li pubblicano in modo testuale rischiano fino a 300mila euro di multa. Le intercettazioni sono off limits per la stampa fino a conclusione delle indagini: per gli editori che sgarrano ci sono 300 mila euro di multa, che salgono a 450mila euro se si tratta di intercettazioni di persone estranee ai fatti. Colpiti anche i giornalisti: fino a 30 giorni di carcere o una sanzione fino a 10000 euro se pubblicano intercettazioni durante le indagini o atti coperti da segreto.
– CIMICI: niente più microfoni piazzati in casa o in auto per registrare le conversazioni degli indagati. Le ‘cimici’ saranno consentite al massimo per tre giorni, prorogabili di altri tre.
– PM CIARLIERI: Se il responsabile dell’inchiesta passa alla stampa atti coperti dal segreto d’ufficio e semplicemente va in tv a parlare dell’inchiesta può essere sostituito dal capo del suo ufficio.
– PEDOFILIA: scompare la norma che eliminava l’obbligo di arresto per i reati di pedofilia di ‘lieve entità’ .
– NOMA TRANSITORIA: Le nuove regole si applicano ai processi in corso. Quindi, anche se erano già state autorizzate intercettazioni con le vecchie regole, dovrà essere applicato il tetto dei 75 giorni.
– RIPRESE: Sulle riprese tv per i processi decide il presidente della corte d’appello, che può autorizzarle anche se non c’è il consenso delle parti.
– IENE, STRISCIA, REPORT: le registrazione carpite di nascosto sono permesse ai giornalisti professionisti e pubblicisti.
– CLER Se nelle intercettazioni finisce un sacerdote bisogna avvertire la discesi; se l’intercettato è un vescovo il pm deve avvertire la segreteria di Stato vaticana.
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