Vittorio Feltri non ci sta: «ma è possibile che sia sempre colpa dei giornalisti?» si chiede a proposito del disegno di legge sulle intercettazioni. E senza mezzi termini dichiara: «secondo me ha ragione Eugenio Scalfari» che nel fondo di ieri su La Repubblica sosteneva che siamo di fronte «a una vera e propria confisca dei poteri del direttore». «Non si devono – dice Feltri – punire i giornalisti ma le fonti. Se non vogliono che si pubblichino le registrazioni delle intercettazioni devono rivolgersi a chi detiene il materiale. Molto facile dare la colpa allo specchio se la realtà è brutta. Non è che la categoria brilli ma c’è un limite nel considerarci degli imbecilli». Viviamo in un Paese spiega il direttore di Libero «che punisce i giornalisti sottoponendoli a procedimenti penali, mentre nel resto d’Europa i giornalisti che commettono violazioni sono sottoposti a procedimento civile». «Una maggioranza che ha governato cinque anni, dal 2001 al 2006, non è stata capace di depenalizzare i reati attraverso stampa, poi legifera in cinque minuti – sottolinea – quando si tratta delle intercettazioni telefoniche. E chi va a punire, i giornali, i giornalisti, gli editori. Ma questo Governo cosa fa?». «Nel quinquennio 2001-2006 – ricorda Feltri – ho parlato personalmente con Silvio Berlusconi e mi aveva garantito che ce l’avremmo fatta a garantire una nuova normativa. Invece, non siamo stati capaci neppure di togliere i reati di opinione. Su questa materia passano gli anni e non si legifera. Invece, siccome la registrazione delle intercettazioni fa paura a Lorsignori e a tutti si deve diventare rapidissimi, tempestivi. Lo trovo assurdo e qui non esistono questioni di parte». Il direttore di Libero precisa anche: «sono d’accordo che c’è stato un abuso delle intercettazioni e spesso sono state pubblicate anche quelle che non avevano attinenza con il processo. Ma è possibile che sia sempre colpa dei giornalisti? Ci sarà qualcuno che darà a loro il materiale?» ribadisce Feltri. «A me non risulta – continua – che sia mai stato punito nessuno nella magistratura che ha fornito le notizie. Prendetevela con loro». «Bisogna trovare il modo – continua il direttore di Libero – per impedire che finiscano sui giornali intercettazioni che non c’entrano nulla, mentre quelle che hanno rilevanza penale non vedo perchè non si debbano pubblicare».