“Non bastava il bavaglio alla stampa, che rimane tutto. Ora vogliono pure chiudere Google”. Il leader dell’Idv, Antonio, ribadisce le critiche al ddl intercettazioni e, in una intervista a Repubblica, annuncia duro ostruzionismo. “Attueremo ogni tipo di protesta, referendum compreso augurandoci che il Pd ci venga incontro. Ma non lasceremo l’aula perché vogliamo gridare la nostra indignazione fino all’ultimo”.
Di Pietro si sofferma in particolare sulla norma, confermata nel testo approvato in Commissione alla Camera, che impone le rettifiche sul web entro 48 ore. “Solo in apparenza si vuol far credere che la norma serve per garantire la privacy. In realtà è un modo per spegnere la rete, la cui forza sta nella capacità di autoregolarsi lasciando che ognuno immetta le proprie osservazioni. Un esempio? Il web si è riempito della notizia che ero stato messo sotto indagine. Ma se avessi preteso che, non avendo ricevuto alcun avviso di garanzia, dovesse essere cancellata, l’unica soluzione era chiudere la rete, perché ormai la notizia si era diffusa a macchia d’olio”.
Di Pietro aggiunge che “la rete è un’autostrada in cui viaggiano tante auto, anche quelle dei rapinatori, ma per prenderli non si può chiudere l’autostrada, ma dare loro la caccia e arrestarli. L’obiettivo di Berlusconi è imbavagliare la rete, obiettivo impossibile”.
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