”L’obbligo del segreto per le intercettazioni cade ogni qualvolta ne sia stata valutata la rilevanza”. E’ quanto si legge nelle motivazioni che accompagnano l’emendamento del governo al ddl sulle intercettazioni, presentato oggi in Commissione giustizia a Montecitorio. In merito poi al meccanismo dell’udienza filtro – una ”aggiunta” ad hoc, inserita dall’esecutivo per accogliere i rilievi mossi anche dal Quirinale – il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, spiega: ”E’ un sistema che consente di dare una nuova lettura a norme, come quelle su pubblicabilità e responsabilità degli editori, assai diversa rispetto a quella attuata in fase di formulazione”.
”Di fronte ad una richiesta di custodia cautelare da parte del giudice, se inserite nell’ordinanza, le intercettazioni saranno già pubblicabili – spiega ancora Caliendo -. In assenza invece di una misura cautelare, si prevede un’udienza filtro”. Udienza filtro che dovrà stabilire, d’intesa tra gip, accusa e difesa, le parti pubblicabili da quelle invece soggette a segreto istruttorio, e che potrà aver luogo ”alla scadenza del termine delle intercettazioni. Oppure, qualora il Pm ritenga che non ci siano necessità istruttorie tali da permettere l’udienza filtro, alle fine delle indagini”.
Infine, anche se scartate durante l’udienza filtro, ”l’avvocato della difesa può sempre chiedere in udienza di acquisire le intercettazioni ritenute dal Pm irrilevanti – aggiunge il sottosegretario – riducendo così la discrezionalità del magistrato”.