Prosegue il clima di schiarita sul ddl intercettazioni. Dopo il rasserenamento interno al Pdl ora anche i rapporti con l’opposizione avrebbe imboccato la via in discesa. L’equilibrio è di quelli delicati, è ovvio, e su entrambi i fronti – interno alla maggioranza e con l’opposizione, Pd e Udc in primis -, mentre determinante in questo quadro, più che qualsiasi altra dinamica, appare il ruolo ‘stabilizzatore’ che gioca il Quirinale.
Politicamente il riposizionamento del Pdl sulle norme più aspramente contestate anche dalla corrente finiana avrebbe come stella polare soprattutto le perplessità del Colle e del Presidente, che in ogni caso deve apporre la sua firma sotto il provvedimento, e solo parzialmente sono l’esito di una prova di forza con la corrente che fa capo al presidente della Camera. Analogamente, il pubblico (e contestato da alcuni parlamentari dello stesso gruppo) apprezzamento della presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro sulla correzione delle norme sugli 007, che come da lei stessa auspicato oggi è stato stralciato per essere collocato in un provvedimento ad hoc, risponde alla stessa logica di rapporti con la massima carica dello Stato, che tanto si è speso per la condivisione e il dialogo.
Così mentre ciascuna parte ‘spende’ politicamente a proprio vantaggio, rivendicadolo come personale successo, il nuovo aggiustamento di tiro delle norme del ddl intercettazioni, questo si avvia a incassare un’approvazione al Senato, che ora non avrebbe neppure più bisogno del viatico della fiducia.
Manuela Avino
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