«I 125 mila intercettati in Italia, numeri enormi in qualunque città, sono cifre che nel resto del mondo non ci sono e quindi bisogna iniziare a fare qualcosa, perchè la gente non può accettare di essere spiata dalla mattina alla sera». Lo afferma Paolo Bonaiuti,sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel corso di un’intervista a Sky Tg24 parlando delle intercettazioni e spiegando che l’uso che se ne fa «indica la gravità del sistema ormai diffuso di controllare tutti». «Una cosa diversa – prosegue – sarebbe controllare quando si ha notizia di reato e andare su quel reato per approfondire» le indagini. «Ma addirittura – prosegue Bonaiuti – arrivare a tirare fuori i reati dalle intercettazioni, come fatto nel passato, è un pò troppo». A proposito dell’ipotesi di legare le intercettazioni al numero di anni previsti dal reato, il portavoce del Cavaliere spiega: «Non so se il criterio sia così meccanico. Chiaro però che le intercettazioni si possono fare in base alla gravità assoluta del reato. Se si parla, ad esempio, di pedofilia è giusto che ci siano, ma su cose più leggere che non portano ad un pericolo per la sicurezza no». E su questo, conclude, «c’è stato un eccesso».
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