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INTERCETTAZIONI: BOCCHINO, LEGGE VA FATTA MA DDL VA MIGLIORATO

“Che in Italia via sia un abuso di questo strumento investigativo e’ evidente, cosi’ come sono insopportabili i costi abnormi da sostenere e incivili le gogne mediatiche a cui abbiamo assistito. Stiamo pero’ attenti a non gettare con l’acqua sporca anche il bambino, limitando l’uso di questo strumento d’indagine e comprimendo la liberta’ di stampa e quindi anche il diritto degli italiani di conoscere cosa sta accadendo, specialmente nel caso di personaggi pubblici”. Lo scrive il Deputato del Pdl, Italo Bocchino, sul sito di Generazione Italia. “Il testo del ddl – riconosce Bocchino – e’ migliorato al Senato rispetto alla Camera, ma si puo’ e si deve fare di piu’.
La parte relativa all’uso delle intercettazioni nelle indagini e’ certamente condivisibile, anche siamo convinti che sia ancora perfettibile. E’ vero che vi e’ stato un abuso da parte dei magistrati, dato che tanti di essi hanno visto le intercettazioni come unico strumento di indagine. Eppure ancora oggi siamo convinti che ci troviamo dinanzi comunque a uno strumento utilissimo per affermare la Giustizia”. “Cio’ che desta perplessita’ e’ invece il rapporto tra tutela della privacy e diritto di cronaca. Se da un lato e’ apprezzabile e giusto vietare del tutto la pubblicazione delle conversazioni intercettate, dall’altro lato sono controverse due previsioni dell’attuale testo, che riguardano le multe egli editori e il divieto di pubblicazione anche per riassunto”, continua Bocchino. “Il ritiro dell’emendamento che aumentava le pene per i giornalisti – sottolinea Bocchino – e’ certamente un buon passo avanti, ma ovviamernte non basta. Non si comprende infatti come si possano multare cosi’ esosamente editori che per legge non hanno alcuna responsabilita’ di quello che scrive il loro giornale, essendo questa responsabilita’ esclusiva del direttore”. “In Italia – prosegue – la normativa vigente prevede che l’editore possa di fatto conoscere i contenuti del suo giornale solo quando e’ gia’ stampato ed e’ difficile ipotizzare in questo caso una responsabilita’ oggettiva, sempre complessa provare e anche un po’ pericolosa. Con la logica del ”non poteva non sapere” spesso si arriva a risultati perversi, cosi’ come ci insegna la Storia. L’altra questione difficilmente difendibile e’ il divieto di dare notizie – anche per sunto – dell’inchiesta in corso, con oggettiva limitazione del diritto di cronaca. Potra’ quindi accadere che venga sparata in prima pagina la notizia a carico di Tizio, ma se Caio interrogato qualche giorno dopo prova che Tizio e’ innocente, non si potra’ dirlo fino al termine delle indagini.
Servono quindi due approfondimenti perche’ la legge s’ha da fare, ma s’ha da fare bene. Noi saremo vigili”, conclude Bocchino. (AGI) .

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