Prenderà il via il 14 dicembre l’udienza preliminare a carico del presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, e di un’altra decina di persone. Il procedimento e’ stato assegnato al gup di Milano, Alessandro Santangelo, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio chiesta dal pm Gaetano Ruta che accusa Camporese di corruzione e truffa ai danni dello stesso istituto previdenziale da lui presieduto. Il filone di indagine a carico del presidente dell’Inpgi e’ nato dalla piu’ ampia inchiesta sulla bancarotta di Sopaf, la holding della famiglia Magnoni. Nel mirino degli inquirenti sono finite in particolare alcune operazioni finanziarie che l’Inpgi avrebbe effettuato sul Fondo Immobili Pubblici. Camporese, come si legge nell’avviso di chiusura indagini, sarebbe stato corrotto con 200 mila euro per consentire ad Adenium, societa’ di gestione del risparmio del gruppo Sopaf, «di realizzare una plusvalenza pari a 7,6 milioni di euro», somma che secondo gli inquirenti corrisponderebbe al danno patrimoniale subito dalle casse dell’Inpgi. Tra gli altri indagati ci sono i finanzieri Aldo, Andrea e Ruggero Magnoni e l’ex ad di Adenium Andrea Toschi. Quest’ultimo si sarebbe accordato con il presidente dell’Inpgi «per trasferire risorse finanziarie a favore di Camporese dell’importo di almeno 200 mila euro a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio». Secondo l’accusa, e’ stato questo il prezzo della corruzione «per gli investimenti che Camporese aveva veicolato quale presidente Inpgi su Adenium Sgr Spa, nonché su canali di comunicazione e contatti che aveva offerto a Toschi per la propria attivita’». In cambio Toschi avrebbe «accordato» al presidente dell’Inpgi «la somma di 25 mila euro l’anno» attraverso un incarico di natura professionale nel comitato consultivo di Adenium ricoperto nel 2011 e nel 2012. Altri 145.550 euro gli sarebbero stati bonificati su un conto corrente svizzero nel 2013. A differenza degli altri enti previdenziali (Enpam e Cassa dei Ragionieri) che sarebbero stati truffati, l’Inpgi e’ l’unica parte offesa che non si era costituita parte civile nel troncone principale del processo a carico di Giorgio Magnoni e del figlio Luca (che nel frattempo ha patteggiato la pena a 3 anni e 6 mesi di reclusione). Resta da vedere se l’istituto di previdenza dei giornalisti lo fara’ nel corso dell’udienza preliminare: non costituirsi parte civile contro il suo presidente significherebbe, per l’Inpgi, rinunciare a priori all’eventuale risarcimento che verrebbe disposto a suo favore in caso di condanna di Camporese.
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