Il costo sostenuto dall’Inpgi per i prepensionamenti, a seguito di stati di crisi di aziende editoriali, “é incoerente e irragionevole e quindi in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione”. Forte di questo parere rilasciato dal presidente emerito della Consulta, Antonio Baldassarre, si legge in una nota Inpgi, l’Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani, patrocinato dallo stesso autorevole costituzionalista, ha depositato presso il Tar del Lazio un ricorso contro l’ultimo decreto emesso dal ministero del Lavoro a favore dell’Agenzia Giornali Associati. L’Inpgi, a differenza dell’Inps che trasferisce a carico dello Stato gli oneri, spiega la nota, si vede costretto a sostenere una spesa che raggiunge i 10 milioni di euro annui a seguito di prepensionamenti. “Si tratta di una spesa rilevante, ma soprattutto ingiusta – afferma Andrea Camporese, presidente dell’Istituto – che vede la categoria dei giornalisti penalizzata rispetto a tutti gli altri lavoratori italiani. L’eccezione di costituzionalità non rappresenta un atto ostile contro il ministero del Lavoro o contro la Fieg, ma risponde all’obbligo di tutelare il patrimonio previdenziale della categoria. E’ evidente – prosegue Camporese – che la soluzione legislativa rappresenterebbe la via maestra per risolvere un’annosa questione. Sulla necessità di agire per promuovere una modifica della legge 416 sugli stati di crisi, limitatamente all’attribuzione dei costi, esiste già una concordanza di vedute tra Inpgi-Fnsi e Fieg. Al ministro Sacconi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Bonaiuti è stato trasmesso l’incartamento, attendiamo una valutazione”.