Legata a filo doppio alla crisi dell’editoria, la vicenda Inpgi è al centro – ormai da qualche anno – alle agende dei sindacati e della politica. Trovare una soluzione è fondamentale per garantire un futuro stabile non tanto e non solo all’istituto di previdenza dei giornalisti ma agli stessi cronisti e al futuro dell’informazione.
Non è un mistero che le dinamiche del settore incidono profondamente sullo stato dell’arte della professione e diventa, tra l’altro, un altro “tappo” per i giovani che si trovano davanti colleghi pensionati che continuano a lavorare.
La questione è stata sollevata, durante l’audizione del sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles, dai deputati Emilio Carelli e Gigi Casciello. Il primo ha chiesto a Moles cosa intendeva fare per mettere in sicurezza l’Inpgi presentando all’esponente del governo le preoccupazioni degli “anziani” sull’oggi e dei più giovani sul domani. Il secondo ha ribadito la necessità di intervenire anche nella governance dell’istituto.
Moles ha spiegato che la competenza, sul tema, appartiene al ministero vigilante che – nel caso dell’Inpgi – è quello del Lavoro retto da Andrea Orlando. Il quale, a sua volta, durante un incontro con i giornalisti della stampa estera, ha spiegato di essere intenzionato a ripartire dal lavoro del precedente governo e, in particolare, del sottosegretario uscente Andrea Martella. Orlando ha spiegato: “Raccolgo un lavoro che è stato avviato con il governo precedente dal sottosegretario all’Editoria Martella che è un lavoro istruttorio positivo che prevede un percorso per il salvataggio dell’Inpgi. Lo riprenderemo naturalmente in collaborazione con il nuovo sottosegretario all’Editoria per evitare il rischio di una situazione di crisi irreversibile della previdenza dei giornalisti. Credo si sia fatto un buon lavoro, dobbiamo ripartire da lì e riprenderlo rapidamente”.