Editoria

Inpgi. Autonomi, via libera a differimento termini pagamento contributi

Con nota del 10 aprile 2020 il Ministero del Lavoro ha comunicato l’approvazione, da parte dei Ministeri vigilanti, della delibera adottata dal Comitato Amministratore della Gestione Separata dell’Inpgi lo scorso 27 marzo con la quale – in considerazione delle difficoltà legate alla situazione di emergenza determinata dalla diffusione dell’infezione da Covid-19 – è stato disposto il differimento dei termini per il versamento dei contributi che scadono nell’anno in corso per le fasce più deboli della platea degli iscritti.

In particolare, il provvedimento approvato prevede la facoltà, per coloro che nel 2019 abbiano percepito un reddito esclusivamente da lavoro autonomo non superiore a 30 mila euro, il differimento dal 31 luglio 2020 al 31 ottobre 2021 del versamento dei contributi soggettivi e integrativi minimi sui redditi riferiti all’anno 2020, unitamente a quelli dovuti a titolo di saldo riferiti al medesimo periodo. Inoltre, è contemplata la facoltà, per gli stessi iscritti, di dilazionarne il pagamento in un massimo di sei rate mensili senza aggravio di interessi.

La delibera in esame prevede, altresì, la possibilità di versare i contributi “a saldo” dovuti alla Gestione Separata riferiti ai redditi imponibili percepiti nell’anno 2019, la cui scadenza resta confermata al 31 ottobre 2020, in un’unica soluzione alla predetta data ovvero in misura dilazionata, fino ad un massimo di 12 rate mensili, senza aggravio di interessi.

I colleghi interessati potranno trovare ogni ulteriore informazione di dettaglio presso l’apposita sezione del sito dell’Istituto.

Si tratta di una misura che si colloca nel più ampio alveo degli interventi adottati sia dall’Istituto – con i provvedimenti sul sostegno al reddito (bonus di 500 euro) e all’accesso al credito (finanziamenti a tasso zero e sospensione del pagamento dei prestiti) – che a livello governativo – come il Bonus di 600 euro – complessivamente finalizzati a preservare le risorse economiche disponibili da parte degli iscritti, che si trovano ad affrontare evidenti difficoltà nello svolgimento della professione e che, pertanto, sono nella condizione di meritare adeguate forme di tutela del reddito per superare l’attuale fase di criticità.

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