Ecco quanto riportato su www.aziendaedicola.com
“Come tutti sapete il mondo dell’editoria si sta sempre più orientando verso la digitalizzazione delle sue testate. E anche i contributi del Governo sembrano indirizzati, in parte, a favorire questo passaggio che in tutto il mondo, ormai, pare essere l’unica strada percorribile per il futuro della comunicazione.
Ora, a differenza di ciò che possono fare altre categorie per sensibilizzare Governo e opinione pubblica, portando per le strade i trattori, bloccando gli aeroporti, creando interminabili file di taxi strombazzanti, fermando i Tir laddove non si dovrebbe, noi non possiamo “muovere” le nostre edicole per portarle davanti a Palazzo Chigi e dobbiamo affidarci ad altri mezzi. Ed ecco il perché del nostro striscione. È evidente che siamo di fronte a una rivoluzione epocale, ma ci domandiamo: è giusto che non si tenga assolutamente conto di chi non ha dimestichezza con questi nuovi dispositivi, che per leggere il suo giornale preferisce ancora la carta, che vive in piccoli centri dove andare ad acquistare il giornale è una felice consuetudine, cui non si rinuncerebbe per nulla al mondo? Il business è business, lo sappiamo bene, ma fino a questo momento siamo ancora in un paese libero e nessuno dovrebbe scegliere per noi.
Oggi l’utilizzo della versione digitale delle testate è ancora praticamente gratuita, o legata alla sottoscrizione di un abbonamento al cartaceo, ma questa “pacchia” non durerà ancora a lungo. Cosa succederà quando gli appassionati digitali dovranno cominciare ad aprire il loro portafoglio? Intanto le edicole si trovano in piena bufera. Il Governo ha promesso di intervenire, ma non ci è dato di sapere cosa abbia in mente e se le sue decisioni soddisferanno qualcuno. Ma, soprattutto, non abbiamo la più pallida idea se, in questo qualcuno, ci saremo anche noi.
I distributori locali stanno acquisendo sempre più potere e gli editori non se ne preoccupano. Si limitano a sollecitare aiuti al Governo, e non si allarmano se edicole, giorno dopo giorno, vengono chiuse laddove invece potrebbero costituire una buona fonte di copie per le loro testate. Siamo tutti in una spirale perversa che temiamo di immaginare dove potrebbe portarci.
Ecco perché lo SNAG ha deciso di promuovere questa “rivoluzione silenziosa”. Silenziosa perché sarà senza scioperi. Il “pesciolino fuor d’acqua” è, invece, un’immagine che la dice lunga su quello che potrebbe essere il nostro prossimo futuro. Non ha bisogno di molte spiegazioni. Anche un bambino lo capisce. E il successo riportato dal primo annuncio pubblicato sui quotidiani (vedere a pag. 10) ha confortato lo SNAG, nello sceglierlo a testimonial della nostra condizione”.
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