Prima la Sardegna, poi la Valle d’Aosta, pochi giorni fa Trento e provincia. Ormai ci siamo. Il calendario recentemente proposto dal Governo è in piena fase di attuazione. Nel corso del 2009 sarà la volta del Piemonte occidentale, del Lazio e della Campania.
I Broadcaster fremono ma i costi per la conversione del segnale restano molto alti ed in più c’è il nodo degli investimenti pubblicitari. Un vero vicolo cieco per le piccole emittenti che sull’analogico potevano puntare alla fidelizzazione degli inserzionisti.
Molti i dubbi in proposito specie per la sintonizzazione dei canali e l’attribuzione delle numerazioni. Di questo e di altro si stanno occupando le task force del Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni che nei giorni scorsi hanno iniziato a discuterne con gli editori interessati alla digitalizzazione del segnale entro il 2009.
Soddisfatto il sottosegretario Romani che fin dalla Conferenza DGTV dello scorso Gennaio si è dimostrato ottimista sul buon esito del progetto Italia digitale anche se ha tenuto a sottolineare che i fondi disponibili per le campagne di informazione e per gli incentivi i decoder sono di soli 41 milioni di euro per il 2009. Basteranno? Dipende da tanti fattori. Non ultimo quello legato ai Corecom interessati che dovranno fare la loro parte. Sia dal punto di vista tecnico che normativo. Saranno coinvolti naturalmente anche gli ispettorati territoriali di zona che dovranno seguire da vicino tutte le opere.
Intanto, anche le associazioni di categoria si danno da fare. Ma la partita non è semplice e si prevedono numerosi ricorsi al Tar. L’oggetto della contesa sarà sempre lo stesso. Una risorsa scarsa dal valore inestimabile. Le frequenze.
Il Ministero intanto ha fatto la sua parte. Il database delle frequenze è pronto. Il piano di assegnazione pure (relativo al trattato di Ginevra). Resta da capire come sarà recepito il catasto nazionale delle frequenze recentemente “riabilitato” dall’Agcom. Servirà a qualcosa un tipo di regolamentazione così rigida? Lo sapremo presto. Intanto le tv locali sono in guerra. A nessuno piace perdere qualcosa, seppur minimo. Mediaset è in agguato. A breve sul suo mux “doppione” partiranno altri otto canali gratuiti. La tv locale finirà (forse) per sempre.
Serena Fusco
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