Alla faccia della crisi, la rete di Telecom Italia Media è ora il terzo polo televisivo, il pubblico gradisce, la raccolta pubblicitaria aumenta e si pianifica il futuro.
Gli italiani hanno fame di informazione e si saziano al tavolo di La7: il tg di Mentana, con uno share che supera il 10%, furoreggia e traina anche Otto e mezzo di Lilli Gruber, L’infedele di Gad Lerner, nel suo speciale sul governo Monti, è stato visto da più di un milione di telespettatori, Corrado Formigli, con la sua Piazzapulita, tiene botta e non sfigura, pur non battendo il rivale, nonché ex-maestro, Santoro.
Anche la satira paga bene, Maurizio Crozza ha il primato del venerdì sera con più di 3 milioni di telespettatori e quasi il 12% di share.
La rete di Telecom non si accontenta e l’ad Giovanni Stella con il neo direttore di rete Paolo Ruffini pianificano il futuro prossimo: oltre all’arrivo della Dandini, si pensa ad Alessandro Baricco per uno show culturale e a Sabina Guzzanti per un programma satirico, tornerà Daria Bignardi con le Invasioni barbariche e si pensa anche ad un programma di informazione per la domenica pomeriggio, da affidare ad Antonello Piroso.
Paolo Ruffini non può che mostrare soddisfazione, ma ha ereditato un’azienda in crescita, dal 2,70% di share medio del 2010 al 4,70% di oggi, con punte che superano spesso il 10%. «Per molti è la prima scelta», dichiara Ruffini che, in un’intervista a Repubblica, spiega il successo con una ricetta semplice: la libertà, la serietà e la pianificazione di un progetto condiviso. Per il neodirettore i cambiamenti politici non influiranno negativamente sulla rete, «questo di vedere tutto attraverso le lenti della politica è un difetto tutto italiano». Un elogio speciale va a Vieni via con me, che Ruffini definisce un «programma spartiacque rispetto alla storia della tv» e si dichiara orgoglioso di averlo in primavera sulla sua rete. Ruffini, ha già spiegato la sua “ideologia mediatica” in un libro, pubblicato la scorsa primavera, dal titolo “Scegliete!”, sottotitolo, “Discorso sulla buona e cattiva televisione”. Nel libro Ruffini spiega con frasi brevi e semplici «la libertà e la forza del telecomando», sottolineando che la tv dovrebbe essere una cosa viva e in continua evoluzione, non una perenne minestra riscaldata, o peggio “scopiazzata”. La tv di Ruffini deve essere uno strumento propedeutico ad una lettura più critica della realtà, deve «connettere una massa di solitudini», perché ormai, afferma il direttore, citando un pensiero di Carlo Freccero, «la realtà ha sconfitto i reality».
A La7, dove non sicuro non vedremo reality, potrebbe trovare terreno fertile per le sue convinzioni.
Egidio Negri