Intendo esaminare le iniziative assunte dall’Italia per promuovere la libertà di opinione e di espressione e gli ostacoli maggiori, sin qui, incontrati nell’affermazione di tale libertà nonché acquisire informazioni sulla disciplina vigente in materia di media, telecomunicazioni e internet e sulle iniziative che si intendono intraprendere in relazione al fenomeno d?ll’hate speech ?. Sono queste le intenzioni con le quali Frank La Rue, relatore speciale delle Nazioni Unite per la promozione e tutela della libertà di informazione, sbarcato in Italia per la sua visita ufficiale. E, per fare il punto sullo stato di salute della libertà di informazione, La Rue ha trascorso la settimana a colloquio coi presidenti di Camera e Senato, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, i presidenti delle autorità indipendenti, i vertici della Rai, Confindustria e decine di associazioni della società civile. Bisognerà attendere la conferenza stampa di fine visita in programma per domani per conoscere le sue impressioni sul nostro Paese e le raccomandazioni che indirizzerà a Governo, Parlamento e autorità indipendenti. Nuova disciplina sulla diffamazione, diritto all’oblio e tutela del diritto d’autore oltre a pluralismo dei media, comunicazione politica e regole dell’faate speech sono alcuni dei temi che, quasi certamente, saranno al centro della relazione e delle raccomandazioni di La Rue. Ma a prescindere da quanto il relatore speciale dirà, è evidente che il nostro Paese è considerato un “sorvegliato speciale”. Basta scorrere l’elenco dei Paesi che dal 1999 a oggi sono stati visitati da un relatore speciale Onu per la promozione e tutela della libertà di informazione: Tunisia, Albania, Argentina, Guinea Equatoriale, Iran, Costa d’Avorio, Colombia, Serbiae Montenegro, Azerbaljan, Ucraina, Honduras, Maldive, Repubblica della Korea, Messico, Algeria, Israele e territori occupati.Non c’è nessuna delle grandi democrazie occidentali a parte la nostra. I diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino, spede nel nuovo ecosistema mediatico, vanno messi con urgenza al centro dell’agenda politica del Paese per scongiurare il rischio che ci si risvegli tra qualche anno forse meno poveri ma, certamente, meno liberi.
Articolo di Guido Scorza, avvocato ed esperto di diritto internet pubblicato su : il sole24ore – inserto Nova, 17 Novembre 2013
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