Un saggio, pubblicato negli Stati Uniti, indaga sulle conseguenze del mutamento delle abitudini di consumo dell’informazione online da parte degli internauti, sempre più inclini a navigare su internet durante le ore di lavoro.
“News at Work: imitation in an age of information abundance’’ è il titolo della ricerca elaborata dal sociologo argentino Pablo J. Boczkowski della Northwestern University di Chicago.
Dagli esiti di una serie di interviste proposte ad un campione di navigatori della rete, è emerso come il tempo di lavoro tenda a coincidere sempre di più con il tempo dell’attività di informarsi. Secondo il sociologo questa abitudine, ormai consolidata, risulterebbe avere delle ripercussioni sulla fruizione delle notizie. Il loro consumo tenderebbe infatti a calare nel tempo libero, dato che gli internauti-lavoratori sarebbero portati ad associare sempre più spesso “le informazioni (raccolte), ai computer ed i computer, all’orario di lavoro”.
L’analisi parte da un contesto di indagine ben preciso: il monitoraggio di un sito di informazione online molto noto in Argentina, “Clarin.com”.
Per far fronte ad un incremento di traffico registrato durante le ore di lavoro, il direttore del sito in questione, rivoluzionò la veste editoriale del portale dedicando un maggior spazio alle breaking news di attualità, più richieste dai lettori. Una semplice scelta editoriale che ottenne di innescare una vera e propria reazione a catena, provocando il ridimensionamento del format di altri siti di informazione di rilevanza nazionale.
Il saggio sottolinea come tale fenomeno, indotto da una richiesta maggiore di informazioni in continuo aggiornamento (soprattutto durante le ore di lavoro) abbia avuto ripercussioni notevoli sul modo di produrre le notizie. L’intensificazione delle news rese disponibili ai lettori-utenti, attraverso un vero e proprio processo di imitazione “site-to-site” inaugurato su internet, farebbe intravedere il rischio della uniformazione di quello che in gergo giornalistico si definisce grado di “notiziabilità” di un evento. I titoli come il contenuto delle news online, ad un’attenta analisi, risulterebbero tutt’altro che “nuovI”. Al contrario sarebbero, per l’autore del saggio, una spia preoccupante di come il giornalismo contemporaneo, grazie anche alle nuove tecnologie, stia inciampando in una sorta di spirale emulativa che potrebbe, a breve, ‘’ostacolare la capacità dei media di giocare un ruolo di cane da guardia’’.
Manuela Avino
La Fnsi scende in campo e solidarizza con Cgil e Uil che hanno indetto, per…
L’Agcom tira le orecchie a Report: arriva un richiamo per violazione del silenzio elettorale a…
L’Usigrai torna a tuonare contro la governance di viale Mazzini e denuncia: “Rai bloccata dai…
Dopo aver ingaggiato la battaglia dei copyright con Google, l’Australia è pronta a fare sul…
Solo gli iscritti all’albo professionale, cioè i giornalisti, possono firmare i comunicati stampa. Ciò che…
Padre Benanti e l’intelligenza artificiale. Secondo il presidente del comitato per l’intelligenza artificiale presso il…