Un’infermiera dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine ha messo su Facebook immagini scattate durante le ore di lavoro. Sono foto di colleghi, e fin qui niente di male. Peccato che siano stati ripresi anche pazienti intubati e incoscienti in terapia intensiva. Sul fatto è intervenuto il Garante della Privacy che ha avviato immediati accertamenti, chiedendo in via preliminare alla direzione dell’Ospedale ogni elemento utile ad una piena valutazione del caso. Nel frattempo, la direzione generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Udine ha deciso di avviare accertamenti, vietando l’utilizzo di Facebook ai propri dipendenti.
Un errore probabilmente commesso in buona fede, ma anche un esempio dell’uso disinvolto che si fa spesso della Rete. Carlo Favaretti, direttore dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, ha definito la vicenda “di una gravità assoluta”. Come ha ribadito il Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, “Estendendo l’uso della Rete e dei social network come Facebook, attraverso i quali la gente mette sul Web informazioni sui propri comportamenti, cresce il rischio che utilizzando un semplice motore di ricerca in qualunque momento chiunque può venire a conoscere queste informazioni. Internet è una grande opportunità, ma si deve sapere che ciò che viene messo in Rete vivrà di una vita propria sfuggendo al nostro controllo”.
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