INCOSTITUZIONALE LA LEGGE FRANCESE CHE PUNISCE LA NEGAZIONE DEI GENOCIDI

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Cara vecchia Francia dei diritti, patria della libertà d’espressione. E sì, perché la legge del presidente Sarkozy che punisce con la sanzione penale il negazionismo del genocidio degli armeni da parte dei turchi-ottomani non era degna di un Paese civile. Sia ben chiaro, Ankara farebbe bene a riscrivere i libri di storia per non negare quello che è un dato di fatto: ossia che in Turchia dalla fine dell’ottocento all’inizio della prima guerra mondiale sono stati trucidati milioni di armeni. E parlare del genocidio in Turchia è reato. Ma non si reagisce ad una verità negata, negando una libertà. Ed è quello che ha fatto l’Eliseo, introducendo un reato indegno di un Paese civile, quale la Francia. Ed, infatti, la Corte Costituzionale francese a poco più di un mese dall’approvazione della legge fortemente voluta da Sarkozy l’ha dichiarata incostituzionale in quanto palesemente in violazione della libertà di espressione. Brutto colpo per il Presidente francese che intendeva con questo provvedimento ingraziarsi la numerosa comunità armena residente in Francia. A cui avrebbe, probabilmente, reso un miglior servizio favorendo la conoscenza di quanto fatto dai Giovani turchi nella primavera del 1915 e, soprattutto, stimolando a livello internazionale il dibattito in modo da indurre il Governo turco a fare quello che deve: consentire che si possa dire quanto è accaduto.

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