Monti lo aveva promesso. Garimberti (foto) lo desiderava. Finalmente c’è stato: l’incontro tra Rai e Governo. Il vertice è avvenuto in grande stile. Il presidente Rai è riuscito a farsi ricevere non solo da Monti, ma che dal ministro dello Sviluppo Passera e dal viceministro dell’economia Vittorio Grilli. Il segnale c’è stato. Il governo tecnico ha deciso di agire.
Garimberti vorrebbe un intervento deciso del governo per riformare la governance e nello stesso tempo mantenere la presidenza della tv pubblica, ma Monti ha le mani legate. Le sentenze della Corte Costituzionale sbandierate dal pidiellino Gasparri sono un intoppo non indifferente. I “togati” sanciscono la subordinazione dell’esecutivo al Parlamento dove la Lega e il Pdl lasceranno da parte le loro ideologie politiche per salvaguardare i loro uomini. Maccari al Tg1 e Casarin ai Tgr valgono tanto, soprattutto con le elezioni amministrative alle porte. Dunque per ora ancora nulla di concreto. Si procede per esclusione. Il commissariamento è impossibile in quanto non ci sono i presupposti di legge. La scelta “radicale” della privatizzazione può essere ipotizzata, ma avrebbe tempi lunghi di realizzazione. In Rai bisogna agire subito e bene. Dal 2006 ad oggi Viale Mazzini ha perso quasi 260 milioni di euro. Nel 2012 saranno necessari forti tagli e il piano “salva Rai” imbastito dal dg Lei rappresenta uno spauracchio per molti dipendenti del servizio pubblico. Bisogna prendere la situazione in mano. Non resta che la “ricetta” Monti: nomina di un ad con ampi poteri e un cda di 3 o 4 membri da convocare saltuariamente.
In questo modo anche senza cambiare la legge il governo avrebbe più peso. Con un numero più basso di consiglieri le nomine del governo sarebbero più pesanti.
Egidio Negri
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