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Inchiesta Reuters: a gonfie vele l’informazione digitale in Italia e negli USA

Nell’ultimo report dell’Istituto di ricerche di Oxford viene confermato il trend positivo dei giornali online sia nel Belpaese che negli States

Dal Reuters Institute buone notizie per gli editori on line degli USA e del Vecchio Continente, italiani compresi. Nel nostro Paese, sebbene l’informazione risulti saldamente nelle mani della televisione (più che in altri Stati Europei), si registra un ulteriore balzo in avanti dei lettori sul web.

Alcuni siti come Repubblica.it, TgCom 24, Sky Tg24, Ansa e Corriere oggi rappresentano il principale punto di riferimento per l’informazione digitale arrivando ad insidiare lo strapotere mediatico della tv tradizionale (83%) ed in particolare dei tg Rai, Mediaset, Sky e La7. Situazione completamente ribaltata se si sposta l’analisi in altri Continenti e più precisamente in Africa, Asia e SudAmerica. Stando al rilevamento, infatti, in questi Paesi  cresce il trend positivo delle edizioni cartacee a discapito di quelle sul web.

La crescita dei lettori online in Italia conferma la medesima tendenza degli altri Paesi Europei e degli Stati Uniti anche rispetto agli abbonamenti in rete. In America sono il 14% del totale (con picchi che raggiungono il 25%), mentre in Italia nel 2015 il 16% degli utilizzatori dichiara di aver acquistato contenuti digitali.  Una buona media, quindi, che in Occidente si colloca a metà strada tra il 27% della Norvegia (a cui spetta il primato dell’informazione online) ed il 7% del Regno Unito, fanalino di coda di questa speciale classifica.

C’è da dire, però, che in questa nazione la maggioranza dei siti legati all’informazione non prevedono alcuna formula di paywall e sono completamente gratuiti. Sempre secondo lo studio Digital News del Reuters, negli Stati Uniti dopo 4 anni (2010-2014) in cui le testate off line avevano fatto registrare un aumento delle vendite, nel 2015 si è verificata un’inversione di tendenza.

La vendita delle copie cartacee è nuovamente calata proprio a favore delle edizioni digitali che, in molti casi, hanno garantito la sopravvivenza dei giornali. In generale, dallo studio annuale è emerso in tutti i Paesi in cui si è verificato un aumento significativo dei lettori online, il successo è attribuito all’ammodernamento del sito, al continuo aggiornamento delle notizie, alla creazione di app innovative e alla capacità di interazione con gli utenti.

Per quanto riguarda la fruibilità delle notizie, il 50% preferisce la modalità mobile. Anche in questo caso, il Belpaese è a metà classifica. Il primato spetta alla Svezia (66%), seguita dalla Corea (66%) e dalla Norvegia (64%). Lo smartphone risulta il dispositivo di ultima generazione più utilizzato dagli italiani superando sia il pc che il tablet. Ad usarlo sono soprattutto i giovani di età compresa tra i 18/24 anni che rappresentano il 53% del totale.

Proprio questi ultimi sono quelli che più di altri amano informarsi sfruttando la popolarità e la rapidità di accesso dei social network. Al primo posto c’è Facebook con il 44%, seguono Youtube con il 19% e Twitter con il 10%.  A sorpresa, sebbene distaccati, troviamo Instagram e Snapchat. Il dato assume proporzioni maggiori in altri Paesi come la Grecia (74%), la Turchia (73%) e il Brasile (72%).

La ricerca mette in luce ancora un altro aspetto significativo: i lettori online preferiscono di gran lunga gli articoli testuali (78%) a danno delle notizie video (solo il 22%).  L’inchiesta conferma che quello dell’informazione digitale è un mondo in continuo divenire in cui l’unico limite è rappresentato dall’avanzare dell’ad bloking (i programmi che bloccano i messaggi pubblicitari).

Anche stavolta, i dati non sono omogenei e forniscono spunti di riflessione ed indicazioni diverse: si va dal 10% del Giappone al 38% della Polonia. Ad accomunare tutti gli Stati in cui è stata effettuata l’inchiesta è la considerazione che, quello dell’informazione digitale, è un mondo in continuo divenire in cui i protagonisti assoluti della trasformazione sono soprattutto i social e i device mobili.    

 

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