De Gregorio è indagato in concorso con il direttore dell’Avanti, Walter Lavitola. L’inchiesta riguarda l’erogazione di oltre 23 milioni e 200 mila euro in un arco di tempo che va dal 1997 al 2009 a titolo di contributi per l’editoria. L’erogazione, secondo l’accusa, sarebbe avvenuta facendo ricorso a fatture per operazioni inesistenti e documenti che attestavano, contrariamente al vero, che la società editrice, la International Press, possedeva i requisiti sulla tiratura delle copie vendute. Pertanto, il Dipartimento per l’Editoria sarebbe stato indotto in errore in quanto erano state comunicate vendite in blocco o mediante strillonaggio del quotidiano, in realtà mai effettuate.
De Gregorio è indicato dai pm quale ‘socio effettivo e gestore’ dal 1997 della International Press, editrice del giornale, e di alcune società riconducibili al gruppo ‘De Gregorio-Italiani nel mondo’ (B.V.P. Broadcast Videom Press, Aria Nagel e associati, Italiani nel mondo channel). Tali società avrebbero emesso fatture inesistenti nei confronti della International Press o avrebbero utilizzato fatture, sempre per operazioni inesistenti, emesse dalla società editrice. Lo scopo, secondo l’accusa, era quello di appropriarsi indebitamente dei contributi previsti dalla legge 250 a sostegno dell’editoria. Le presunte irregolarità contestate dai pm nel decreto di sequestro si riferiscono anche all’alterazione dei dati di vendita e di diffusione del quotidiano.
De Gregorio e Lavitola risultano indagati per concorso in truffa aggravata e bancarotta fraudolenta. Quest’ultima ipotesi si riferisce alla distrazione di beni della fallita società BVP Broadcast Video Press, nonché alla presunta distruzione e la falsificazione dei libri contabili.
Le indagini hanno messo in evidenza il legame tra il senatore e Lavitola. Le fatture emesse dalle società di De Gregorio sarebbero servite, tra l’altro, a far aumentare fittiziamente i costi del quotidiano per ottenere maggiori contributi dai fondi per l’editoria.
I magistrati hanno disposto il sequestro di quattro container nella sede della Mx Box di Casalnuovo (Napoli) eseguito dalla Guardia di Finanza, ipotizzando che vi siano custoditi documenti relativi alle società del cosiddetto gruppo De Gregorio. Dovrà essere il Senato a decidere se autorizzare la perquisizione dei container.
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