E’ stato pubblicato nel supplemento ordinario n. 31 della Gazzetta ufficiale n. 144 del 23 giugno il decreto legge n. 50/2017, convertito dalla legge n. 96/2017, recante “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”.
Tra le norme contenute nel provvedimento, vi è anche il sistema di incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari incrementali realizzati, tra l’altro, sui quotidiani e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali. La norma prevede che, a decorrere dall’anno 2018, alle imprese e ai lavoratori autonomi che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie – tra l’altro – sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, il cui valore superi almeno dell’1 per cento gli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi nell’anno precedente, venga attribuito un contributo, sotto forma di credito di imposta, pari al 75 per cento del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevato al 90 per cento nel caso di microimprese, piccole e medie imprese e startup innovative.Tale credito di imposta potrà essere fruito dagli aventi diritto esclusivamente in compensazione.
La norma prevede, inoltre, che con DPCM, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione, siano stabiliti le modalità e i criteri di attuazione delle disposizioni in materia, con particolare riguardo agli investimenti che danno accesso al beneficio, ai casi di esclusione, alle procedure di concessione e di utilizzo del beneficio stesso, alla documentazione richiesta, all’effettuazione dei controlli e alle modalità finalizzate ad assicurare il rispetto del limite di spesa. Sul piano interpretativo, le maggiori associazioni editoria e radio tv ritengono che, affinché venga riconosciuto il credito di imposta a decorrere dal 2018, si debba fare necessariamente riferimento al valore incrementale delle campagne pubblicitarie del 2017 rispetto a quelle del 2016 (una diversa interpretazione rischierebbe di determinare un impatto sulla raccolta pubblicitaria diverso rispetto a quello voluto dalla norma, in quanto gli inserzionisti pubblicitari potrebbero ritardare a commissionare le campagne, in attesa di poter fruire del contributo).
Sarà, comunque il DPCM a stabilire i periodi cui fare riferimento per l’incremento di spesa. Il DPCM dovrà anche stabilire se il raffronto debba essere fatto tra gli investimenti pubblicitari dell’intero anno 2016 e quelli dell’intero anno 2017, ovvero se tale raffronto debba avvenire con riferimento al periodo del 2017 successivo all’entrata in vigore della legge.