Il Caffè, prima denuncia il bavaglio e poi lotta contro il settimanale rivale. È la guerra dei giornali delle Alpi. Lo scrive Ticino Libero, un quotidiano online ticinese.
Andiamo per ordine. Il Caffè, settimanale diretto da Lillo Alaimo, sta denunciando il bavaglio all’informazione imposto dal nuovo codice di procedura penale che renderebbe impossibili le inchieste vecchio stile e ridurrebbe il giornalismo ad una mera pubblicazione di comunicati stampa. Sotto accusa l’articolo 293 del Codice penale che vieta la «pubblicazione di deliberazioni ufficiali segrete», e l’articolo 74 del nuovo Codice di procedura penale che impedisce la pubblicazione del «nome di vittime di reati o altri gravi fatti, salvo autorizzazione dei familiari».
Tuttavia è lo stesso settimanale, paladino della libertà di stampa, che aderisce ad una campagna contro la diffusione de Il Mattino della Domenica nelle scuole. La campagna ha un nome evocativo, “Salva Ticino”, ed è diretta da Paolo Bernasconi e Giancarlo Nava.
L’obiettivo di Paolo Bernasconi è chiaro: salvare il Ticino dal degrado del dibattito politico. Principale indiziato della degenerazione sarebbe Il Mattino della Domenica. Il settimanale leghista di Via Monte Boglia sarebbe colpevole di sviare le nuove generazioni con le sue “barbare” argomentazioni.
A partecipare alla campagna di Bernasconi sono Il Caffè, La Regione, Ticino on line e 20 Minuti.
Quest’ultima testata è un quotidiano gratuito (di proprietà di Salvioni e Tamedia, con il 50% ognuno) avrebbe una ragione in più per partecipare alla lotta “Salva Ticino”. «Forse perché a Via Monte Boglia si erano messi in testa di fondare 10 Minuti per fare concorrenza al gratuito di Salvioni/Tamedia, ovvero 20 Minuti, che necessita di ingenti raccolte pubblicitarie per sopravvivere?», scrive Ticino Libero.
Sarà forse la crisi economica che investe anche il mondo dell’editoria a fomentare questa guerra tra poveri. La pubblicità scarseggia. Meno concorrenti ci sono meglio è. Ideologia o opportunismo? Che decidano i lettori.
Egidio Negri