IN SPAGNA L’EDITORIA E’ AL COLLASSO. EL PAIS CHIUDE ALCUNE REDAZIONI E TAGLIA UN TERZO DEI DIPENDENTI

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Anche El Pais è stato travolto dalla crisi della carta stampata, tanto da aver dovuto licenziare 128 dipendenti su 464 in organico, mentre agli altri è stata praticamente imposta una riduzione dello stipendio del 15%.
Così, per superare la crisi, potrebbe arrivare la fusione con El Mundo, di proprietà di Rcs, ma sull’operazione e sulle strategie del Pais resta più di un dubbio.
La società Prisa (Promotora de informaciones sociedad anonima), fondata a Madrid nel 1972, è attiva in 22 Paesi. El Pais, quotidiano spagnolo di area socialista sorto all’indomani della morte di Franco, è l’ammiraglia della casa editrice, che è sì in perdita, ma comunque ancora molto solida.
A essere stato fortemente accusato dai giornalisti è soprattutto Juan Luis Cebriàn, primo direttore, poi presidente della società.
Sebbene la sua quota di azioni sia prossima allo zero, Cebriàn sarebbe responsabile di alcune scelte decisamente azzardate. Viene attaccato per essersi arricchito mentre il giornale andava in malora (pare che nel 2011 abbia guadagnato oltre 10 milioni di euro di stipendio), ma soprattutto si è lasciato conquistare dalla televisione (Prisa aveva fino al 2010 Cuatro, il primo canale spagnolo poi venduto a Mediaset, e ha ancora la tivù satellitare a pagamento Canal Plus).
Per queste scelte lui ha già fatto mea culpa, ma l’indebitamento di 3,5 miliardi di euro, a fronte di un utile operativo di 1,3 miliardi nei primi sei mesi dell’anno, non sembra giustificare le misure drastiche prese ultimamente.
Anche perché per rimettere in sesto l’azienda ci sarebbero altre strade. Si potrebbero cedere, per esempio, le partecipazioni diffuse in altre società, come le edizioni scolastiche di Santillana, o quel 17,2% di Telecinco che Prisa detiene ancora.
El Pais vende ancora 370 mila copie al giorno, e la società sta così bene da potersi permettere di comprare la consociata spagnola di Rcs, Unidad Editorial, che stampa El Mundo e Marca.
Eppure una fusione tra i due maggiori quotidiani spagnoli potrebbe far bene a Prisa, che così si accaparrerebbe un’altra grossa quota di mercato in un settore, quello della stampa spagnola, che appare decisamente saturo e in crisi.
Anche El Mundo è partito con i licenziamenti, riducendo del 10% il numero di giornalisti alle sue dipendenze (130 su 1.300). Uno scenario che sembra aprire alla fusione, con buona pace di tutti quelli che hanno perso il loro lavoro.

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