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In Rai adesso scoppia il caso Lis

In Rai ora scoppia il caso Lis: il contratto di servizio 2023-28 non prevede le implementazioni suggerite riguardanti i servizi nel linguaggio dei segni. E la vicenda diventa subito occasione per una nuova polemica politica. A lanciare il sasso è stata la presidente della Commissione Vigilanza Rai, la pentastellata Barbara Floridia, secondo cui il governo deve delle spiegazioni, puntuali e precise, sul perché ci siano state decisioni che sembrano andare in controtendenza rispetto a quanto stabilito dal Parlamento: “Mi dispiace molto che il contratto di servizio Rai 2023-2028 non solo sia stato pubblicato con estremo ritardo in Gazzetta Ufficiale, ma soprattutto che nel suo testo non venga recepito integralmente il parere reso dalla commissione di vigilanza”, ha spiegato Floridia. Che ha aggiunto tirando in ballo direttamente gli esponenti del governo: “Il ministro Urso dovrebbe spiegare in particolare perché non siano state accolte le proposte, condivise con la stessa maggioranza, di implementazione dei servizi nel linguaggio dei segni (Lis). Il servizio pubblico deve essere rivolto a tutti i cittadini, nessuno escluso, e chi lo offre deve necessariamente attrezzarsi per garantirne la piena fruibilità”.

Floridia ha poi accusato: “L’indicazione del Parlamento era stata chiara e il ministro Urso l`ha disattesa. È un messaggio in contrasto con gli obiettivi di inclusione e valorizzazione delle diversità su cui la Rai dovrebbe puntare con decisione assoluta. Non ci sono più scuse per rivedere le regole sul mandato della Rai, che non può e non deve dipendere da un Ministro o da un Presidente del Consiglio”.

Luca Esposito

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