Editoria

“In Italia non ci sono editori puri”, così Gasparri svela i tre problemi del mainstream

Gasparri torna a chiedere sostegno agli editori puri, un suo vecchio pallino, e lo fa in un’intervista rilasciata a La Nazione. Il tema del dialogo con il quotidiano toscano è, in tralice, quello sempiterno del conflitto di interessi che stavolta riguarderebbe gli Elkann.

I rampolli di casa Agnelli, infatti, hanno acquisito il controllo di Repubblica e con la direzione di Maurizio Molinari s’è già avvertito un cambio di passo notevole. Il casus belli è, chiaramente, la questione del sostegno economico dallo Stato italiano al gruppo Fca che ha ottenuto il centro del dibattito pubblico italiano.

Gasparri, in merito, ha dichiarato: “L’eterno problema degli editori puri e impuri ritorna sempre. Prendiamo il gruppo Repubblica-Stampa-Finegil. Io penso che sia giusto aiutare la Fiat a investire in Italia, ma i giornali in mano Fca hanno esagerato in vis polemica”.

Con una frase ha scoperchiato tre problemi: il primo è quello della mancanza, in Italia, di quelli che nel mondo anglosassone sono gli imprenditori dell’informazione, gli editori che non badano ai rapporti con il mondo politico e industriale ma che fanno impresa stando sul mercato con le notizie. Il secondo è relativo al rapporto tra media e gruppi economici e finanziari che, da sempre, ha caratterizzato il panorama dell’informazione, specialmente quello del cosiddetto mainstream. Il terzo è legato alla fatale perdita di credibilità dei giornali quando sono percepiti dai lettori come legati a un particolare interesse in gioco.

La crisi della stampa è (quasi) tutta qui.

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