In leggero calo gli episodi di minacce e intimidazioni ai giornalisti ma la guardia rimane alta a contrasto di un fenomeno in netta recrudescenza che ha fatto perdere all’Italia ulteriori posizioni nelle classifiche mondiali sulla libertà di stampa.
I dati sono stati presentati al Viminale dal ministro Luciana Lamorgese che ha incontrato il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la Federazione nazionale della Stampa italiana e i dirigenti della polizia italiana.
Con la ministra all’incontro hanno partecipato Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, il presidente Carlo Bartoli e la segretaria del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Paola Spadari; il Capo di gabinetto della ministra, Bruno Frattasi; Maria Luisa Pellizzari, vice Capo della Polizia. Rispetto ai primi tre mesi del 2021, gli episodi di minacce sono diminuiti da 63 a 44. Le Regioni maggiormente interessate dal fenomeno sono Lombardia, Lazio, Campania e Calabria.
Lorusso ha ringraziato le forze di polizia: “Alla meritoria attività svolta dalle forze dell’ordine, che ha portato talvolta a identificare i responsabili degli attacchi, è necessario seguano azioni concrete per sanzionare i responsabili”. Carlo Bartoli ha chiesto di rendere più stringenti i controlli online: “È lì che frustrazione ed esasperazione vengono canalizzate verso l’obiettivo specifico che è diventato il giornalista. Al di là del dato statistico preoccupa la percezione che il giornalista sia diventato bersaglio della rabbia sociale e individuale”.
La segretaria del Cnog, Paola Spadari, ha messo in luce: l’alto tasso di minacce rivolte contro le giornaliste, “colpite due volte in quanto operatrici dell’informazione e in quanto donne”.
Lamorgese ha ribadito la disponibilità all’ascolto e a proseguire nella sinergia che ha caratterizzato l’attività del Centro di Coordinamento contro le minacce ai giornalisti. “La polizia postale mette il massimo dell’impegno nel contrasto ai reati sul web, che sono aumentati durante la pandemia”, ha sottolineato in chiusura. Mentre sul punto di una normativa più stringente a tutela del diritto di cronaca, Lamorgese ha esortato i rappresentanti della categoria ad avanzare proposte, pur ammettendo che “prevedere una norma ad hoc è da valutare a livello parlamentare, ma se ci sono proposte concrete confrontiamoci”.
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