Tra luci ed ombre si avvia ai nastri di partenza il dl che porterà un aumento dei costi, pari al 300%, per le copie private di opere musicali ed audiovisive fruibili on line.
Il Ministro Dario Franceschini, con la sua firma ha dato il via libera al ritocchino sul copyright, per il quale – il rappresentante del Pd si è affrettato a dichiarare – non si tratta di una nuova “tassa“.
Immediata la replica dei milioni di utilizzatori, possessori di smartphone e tablet che, all’annuncio del provvedimento, non hanno fatto “salti di gioia”.
E come tanti altri decreti a cui siamo stati abituati soprattutto di recente, anche la partenza sull’equo compenso appare incerta, ed accompagnata da uno strano mix fatto di scetticismi, plausi e dissensi, specchio di un iter legislativo lungo e macchinoso.
Effettivamente, la forbice che divide le opinioni delle diverse anime interessate, è davvero molto ampia: si va dalle posizioni decise di Gino Paoli, attuale Presidente Siae firmatario del decreto, che da tempo sollecitava il governo a stipulare un “accordo congruo” per favorire giovani artisti e ed autori di opere prime, al consenso espresso da Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia che, dopo un anno di attesa, si è dichiarato soddisfatto perché l’annoso problema almeno è stato affrontato, anche se sono ancora possibili margini di miglioramento futuri, fino ad arrivare alle vivaci proteste di Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale che non solo ha ritenuto il provvedimento “iniquo” ma ha sottolineato come, lo stesso, sia in contraddizione con gli sforzi che il Paese sta sostenendo a favore dell’innovazione digitale che ci vede “fanalino di coda” rispetto ai più evoluti paesi membri UE, Germania e Francia in testa.
Opinioni discordanti sono giunte anche da altri rappresentanti chiamati in causa, come Enzo Mazza, ceo di Fimi – Federazione dell’Industria musicale italiana che, molto diplomaticamente, ha definito l’accordo “equilibrato” perché si avvicina ai compensi europei che, comunque, restano ben più alti rispetto a quelli contenuti nel dl appena approvato.
Di parere diametralmente opposto Cesare Avenia, presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, secondo il quale un aumento di tale portata è sinonimo di tassazione e la promessa della Siae di destinare fondi alle giovani leve che muovono i primi passi nel mondo artistico e dello spettacolo, sarà tutta da vedere.
Condivisibile o no, l’unica certezza per gli utenti finali sono le maggiorazioni dei costi, prossimamente in vigore, che passeranno a 4 euro per smartphone e tablet da 16 G, a 0,36 centesimi per memory card e a 0,20 centesimi per ogni copia privata scaricata da dvd.