Un punto sulla situazione dei lavori nelle aree tecniche interessate dal passaggio al digitale terrestre (Piemonte Occ., Trentino, Alto Adige, Lazio e Campania) è stato fatto, lo scorso 25 settembre, dal Comitato Nazionale Italia Digitale.
La discussione si è accesa affrontando la questiona della funzione LCN dei decoder, che consente di assegnare automaticamente ad ogni servizio televisivo ricevuto una posizione predefinita dei canali all’interno della lista che li elenca. L’impiego di questo sistema nel digitale terrestre non è ancora stato disciplinato dall’Agcom, sicché i conflitti di attribuzione sono inevitabili. L’Autorità ha fatto sapere che cercherà di fissare i criteri regolatori a breve termine. Intanto sono già arrivati i primi ricorsi. Si tratta di due emittenti, una operante in ambito nazionale e l’altra locale. L’Agcom ha informato che avrebbe esaminato i ricorsi e nel giro di 3-4 settimane avrebbe adottato una decisione la cui applicazione avrebbe interessato non solo le due emittenti ma l’intero panorama degli operatori motivando tale decisione col fatto che gli stessi operatori – secondo l’Agcom – non hanno raggiunto un accordo tra loro.
Immediata la contestazione dei rappresentanti delle emittenti televisive i quali, in realtà, non hanno mai ricevuto alcuna proposta organizzativa da parte delle istituzioni competenti.
L’editore di Retecapri, Costantino Federico, ha proposto di convocare un’assemblea degli operatori avente l’Agcom come organizzatore, per trovare una soluzione concordata da tutti ma la proposta non è piaciuta a Stefano Mannoni, commissario dell’Agcom, il quale vorrebbe, al limite, che l’accordo fosse prerogativa dell’associazione DGTVi.
Retecapri, dunque, forte dei pareri favorevoli espressi da diversi rappresentanti di tv, associazioni e istituzioni, ha ritenuto di poter andare avanti promuovendo un incontro tra tutti gli operatori per tentare di trovare un accordo congiunto, e se nel frattempo l’Agcom resterà cieca a tale iniziativa e ritenesse di adottare decisioni ricadenti non solo sulle due emittenti ricorrenti ma su tutte, senza prendere atto dell’esito di tale riunione, non si escluderebbero azioni di tutela legale.
Vincenza Petta
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