I titoli di Libero tornano a far discutere. L’edizione odierna del quotidiano diretto da Vittorio Feltri e Pietro Senaldi, commentando la “provenienza” geografica degli uomini e donne delle istituzioni, titola: “Comandano i terroni”. Ed esplode la bagarre.
La prima pagina di Libero è diventata subito il tema del giorno. Decine le reazioni al titolo della testata. E subito Di Maio ne approfitta per rivendicare, con un breve post infiorato di emoticon, come positiva, la norma liberticida del taglio ai fondi per i giornali locali.
“Buongiorno con la prima pagina di Libero, giornale finanziato con soldi pubblici, anche quelli dei terroni. Questa è la preziosa informazione da tutelare con i vostri soldi! Ma tranquilli: abbiamo già iniziato a togliergliene da quest’anno e nel giro di 3 anni arriveranno a zero”. E poi incalza: “Anche questa volta l’Ordine dei Giornalisti rimarrà in silenzio?”.
Evidentemente Di Maio scorda che proprio a tutela della sua compagna di partito, il sindaco di Roma Virginia Raggi, l’Ordine dei Giornalisti ha sanzionato il quotidiano e il direttore responsabile Pietro Senaldi. E manco stavolta la lascia passare a Libero: “Due modi diversi di voler male al giornalismo e di essere irrispettosi dei cittadini che hanno il diritto di essere correttamente informati. Per il titolo strillato del quotidiano Libero e i relativi contenuti è stata già predisposta la segnalazione al consiglio territoriale di disciplina. Recentemente il Tribunale di Milano ha confermato, su uno dei tanti brutti titoli di Libero che costituiscono un caso, una sanzione emessa dall’ordine dei giornalisti”.