Il 25 maggio è una data importante per l’agenda europea che prevede l’entrata in vigore delle nuove regole introdotte dalla Riforma del settore delle Tlc.
l pacchetto normativo proposto dalla Commissione Europea nel novembre 2007 ed approvato dal Parlamento Europeo il 5 novembre 2009, si articola in 12 punti fondamentali che andranno a modificare cinque direttive UE vigenti: la direttiva quadro, la direttiva accesso, la direttiva autorizzazioni, la direttiva servizio universale e la direttiva “e-privacy”. Tra i provvedimenti atti ad uniformare l’ordinamento vigente nel settore citiamo la maggiore tutela dei dati personali, la trasparenza delle forme contrattuali applicate da ciascun operatore onde garantire le scelte consapevoli dei consumatori oltre che la portabilità in 24 ore dei numeri telefonici, al fine di tutelare il diritto dei clienti di cambiare in un giorno lavorativo, l’operatore fisso o mobile, mantenendo il vecchio numero di telefono. Una sfida importante dato che allo stato attuale nei vari Stati Membri, in media, i tempi per la migrazione prevedono 8.5 giorni di attesa per un numero mobile mentre un “limbo” di 7.5 giorni per un numero fisso.
Ma novità ben più interessanti si riscontrano sul perseguimento degli obiettivi della net neutrality, dato che il pacchetto intende porre le premesse per una Rete più aperta e neutrale che dia il giusto spazio alla concorrenza nella fornitura dei servizi a banda larga. Le nuove regole se da un lato rendono conto dei vantaggi derivanti dall’impiego differenziato del traffico grazie all’offerta di servizi premium di alta qualità (come l’IPTV ad esempio), dall’altro non sottovalutano i rischi di un potenziale rafforzamento delle posizioni dominanti sul mercato o peggio i possibili fenomeni di distorsione della stessa concorrenza mediante l’offerta di servizi di bassa qualità rispetto a quelli “promessi” nei contratti d’uso. Una eventualità scongiurata dall’obbligo imposto alle rispettive autorità nazionali competenti di stabilire livelli minimi di qualità per i servizi di connessione e di velocità di trasmissione dei dati, con la relativa specifica delle tecniche di gestione del traffico ed il loro possibile impatto sull’erogazione del servizio. Sarà la stessa Commissione a monitorare l’applicazione o meno delle regole riferendone i risultati periodicamente al Parlamento e alla Commissione. Ma gli operatori di telecomunicazioni, da domani, dovranno rendere conto del proprio operato anche alla nuova Autorità Europea delle Telecomunicazioni, il Berec (Body of European Regulators for Electronic Communications) che prenderà il posto dell’attuale cooperazione a porte chiuse vigente nel “Gruppo dei Regolatori Europei”. “I cittadini e le imprese dovrebbero approfittare al massimo delle opportunità offerte dalle nuove norme per avere servizi più competitivi nel settore delle telecomunicazioni. Farò del mio meglio per aiutarli in questo senso. Se questi diritti non saranno attuati nella pratica, adotterò i provvedimenti necessari, nei confronti degli Stati membri e degli operatori, per porvi rimedio”, sottolinea il commissario europeo per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes.
Manuela Avino
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