“Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ha pubblicato un bando sul proprio sito internet per la rassegna “Refocus”, che premierà con visibilità venti “fortunati” giovani professionisti fotografi che hanno raccontato in 5 scatti il lockdown ed il Covid in Italia”. La denuncia è arrivata dal sindacato unitario dei giornalisti della Campania che ha criticato l’iniziativa governativa: “Nel bando si legge anche che «le opere potranno essere utilizzate dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea – Dgcc che ne disporrà nell’ambito delle proprie competenze e delle proprie attività istituzionali, utilizzandole sempre senza finalità di lucro». La visibilità è una parola che andrebbe totalmente cancellata dal vocabolario del lavoro, soprattutto quello della pubblica amministrazione, anche quando si tratta di premi”.
Quindi l’accusa: “È un concetto che viene utilizzato come specchietto per le allodole per attirare i giovani in trappola, di solito da imprenditori senza scrupoli. Quello dei fotogiornalisti è un lavoro serio e come tale va retribuito sempre, è uno dei pilastri dell’informazione. Non si può pensare di «premiare» questo lavoro con della visibilità, soprattutto in una situazione di crisi economica e lavorativa disperata come quella attuale”. E infine l’appello: “Chiediamo al Ministero di rivedere il bando, dando il giusto “premio” a chi ha messo a rischio la propria salute per raccontare il Paese. In Campania abbiamo realizzato e promosso la “Carta di Napoli”, un decalogo che riguarda proprio il lavoro dei foto e videogiornalisti e l’importanza di tutelare il loro lavoro perché con la visibilità non si vive”.
Segnalo appello pubblico:
https://secure.avaaz.org/it/community_petitions/nicola_borrelli_direzione_generale_creativita_cont_fuorifocus_la_professionalita_non_si_paga_in_visibilita_1/