Per gentile concessione di Paolo Varetto (CronacaQui)
TORINO. È venuto da Roma innanzitutto per ascoltare, il sottosegretario all’Editoria Giovanni Legnini. Confrontarsi, capire e ragionare su un settore, quello della comunicazione, che come pochi altri ha subito gli effetti della crisi. Una recessione che si è tradotta in redazioni chiuse, giornalisti a casa, contratti di solidarietà. «E la mia visita a Torino – ha spiegato il sottosegretario, al termine di una giornata che l’ha visto protagonista di una fitta serie di incontri con associazioni e realtà dell’editoria locale – è nata dall’idea di completare il percorso di ascolto di un mondo variegato, articolato e interessante come quello della stampa locale. Un mondo che vive però una crisi drammatica. Dopo aver ascoltato i rappresentanti delle testate nazionali ho quindi voluto avvicinare l’orecchio al locale, partendo da Torino e dal Piemonte. Un territorio che vanta un’importante presenza della carta stampata e dove si è sviluppata una lunga storia e una profonda cultura dell’editoria».
Criticità che sono state ben sintetizzate nell’incontro che il sottosegretario ha avuto con la File, la Federazione italiana liberi editori che rappresenta circa quaranta testate locali a livello nazionale. «Realtà – hanno ricordato il vicepresidente della File, Gianluca Fantinuoli e il direttore di CronacaQui, Beppe Fossati – che devono fronteggiare un’incertezza quotidiana. Incognite legate al calo della raccolta pubblicitaria, alla diminuzione del fatturato, ai costi imposti dal web, alla riduzione dei contributi all’editoria, che devono ancora fronteggiare un buco del 34% sul 2011». Da qui l’ipotesi di creare forme di cooperazione virtuosa, ad esempio attraverso la promozione sul locale delle campagne di informazione istituzionali dello Stato e della Pubblica Amministrazione.
Soprattutto, al tavolo convocato in Prefettura è emersa la necessità di sostenere e incentivare l’accesso alla professione da parte delle nuove generazioni, «perché le loro speranze non vengano deluse». L’idea portata avanti dalla File è quindi quella di fare di Torino una «città laboratorio» perché, in collaborazione con le Università, si possano creare rapporti di stage che neutralizzino norme che, di fatto, impediscono di aprire le porte delle redazioni a studenti e neolaureati. «Un’ipotesi sulla quale ragionare – è l’apertura del sottosegretario Legnini – ora vediamo come portarla avanti, anche attraverso gli stimoli che arrivano dal territorio».
Stimoli che saranno valorizzati anche dai parlamentari piemontesi che hanno auspicato gli incontri in agenda ieri, insieme con l’esponente del Pd Giorgio Merlo. «Stiamo cercando di far ripartire un settore che a volte è considerato accessorio ma dal quale dipendono democrazia e pluralismo – ha puntualizzato il senatore Pd Stefano Esposito – e per quanto riguarda i giovani potremmo abbozzare un emendamento al decreto lavoro per valorizzare un patrimonio umano straordinario».
«Ho avuto modo di conoscere le aspirazioni dei giovani che vogliono accedere al giornalismo – ha aggiunto la deputata democratica Paola Bragantini -. Aspirazioni che dobbiamo tenere in giusta considerazione, anche in vista di un decreto importante come quello dedicato al lavoro».
(Paolo Varetto)