Il Papa vuole che si cominci a fare la pace partendo dalla comunicazione, dall’informazione, dal dibattito. Il pontefice ha parlato a braccio, come sempre, all’udienza tenutasi ieri all’assemblea plenaria del dicastero Vaticano per la comunicazione. Le parole di Papa Francesco sono importanti: “Sogno una comunicazione fatta da cuore a cuore, lasciandoci coinvolgere da ciò che è umano, lasciandoci ferire dai drammi che vivono tanti nostri fratelli e sorelle. Per questo vi invito a uscire di più, a osare di più, a rischiare di più non per diffondere le vostre idee, ma per raccontare con onestà e passione la realtà”. Il pontefice ha aggiunto: “Sogno una comunicazione che sappia andare oltre gli slogan e tenere accesi i riflettori sui poveri, sugli ultimi, sui migranti, sulle vittime della guerra. Una comunicazione che favorisca l`inclusione, il dialogo, la ricerca della pace. Quanta urgenza c’è di dare spazio agli operatori di pace! Non stancatevi di raccontare le loro testimonianze, in ogni parte del mondo”.
Ma non basta. Perché Papa Francesco ha riferito di sognare “una comunicazione che riesca a connettere persone e culture. Sogno una comunicazione capace di raccontare e valorizzare storie e testimonianze che accadono in ogni angolo del mondo, mettendole in circolo e offrendole a tutti”. E non è tutto: “Sogno una comunicazione che educhi a rinunciare un po` a sé per fare spazio all`altro; una comunicazione appassionata, curiosa, competente, che sappia immergersi nella realtà per poterla raccontare. Ci fa bene ascoltare storie dal sapore evangelico, che oggi come duemila anni fa ci parlano di Dio così come Gesù, suo Figlio, lo ha rivelato al mondo”.
Quindi, rivolgendosi ai partecipanti all’udienza, ha invitato alla responsabilità e a un rinnovato impegno: “La vostra – ha sottolineato – è una vocazione, è una missione! Con il vostro lavoro e la vostra creatività, con l`uso intelligente dei mezzi che la tecnologia mette a disposizione, ma soprattutto con il vostro cuore: si comunica con il cuore. Siete chiamati a un compito grande ed entusiasmante: quello di costruire ponti, quando tanti innalzano muri, i muri delle ideologie; quello di favorire la comunione, quando tanti fomentano divisione”.
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