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IL “ROMA”, UNA STORIA SENZA FINE

Addio vecchio Roma, benvenuto nuovo Roma. Come a dire: chiusura e…ripartenza. Il più antico quotidiano del Meridione prova a rinascere dalle ceneri della crisi economica. E rilancia la sfida ai mercati con alle spalle una nuova e più agguerrita compagine societaria.

“Il giornale che avete tra le mani non è lo stesso di sempre. Questo numero non è uguale a quelli che lo hanno preceduto. Oggi comincia una nuova sfida per il ‘Roma’, per le donne e gli uomini che lo realizzano, per i tanti lettori che fedelmente ci seguono” scrive la redazione sul numero odierno del foglio di via Chiatamone.

“Dopo 150 anni di storia – continuano i giornalisti – il quotidiano più antico del Meridione d’Italia si è trovato in un gravissimo stato di crisi. La società editrice ha tentato in vario modo di far fronte alle difficoltà economiche, causate in parte dalla generale crisi della stampa e del mercato pubblicitario, in parte dal venire meno di contributi pubblici. Ma non ce l’ha fatta”. Dal 28 febbraio, infatti, la storica testata che fu dei Lioy e degli Sterbini, dei Lauro e degli Spinosa ha cessato le pubblicazioni ed è andata in liquidazione.

Tuttavia il “Roma” non è scomparso dalle edicole. Tutt’altro. Il quotidiano partenopeo si è presentato, puntuale, ai nastri di partenza anche questa mattina. Fresco di stampa, come se nulla fosse accaduto. Incassando, tra l’altro, anche la “vicinanza e la solidarietà” dell’associazione regionale dei comuni della Campania (Anci) che ha augurato ai giornalisti e ai poligrafici del quotidiano napoletano di “superare le difficoltà economiche e tornare al più presto in edicola”.

Il Roma, insomma, non ha mancato l’appuntamento del “banco vendita”. E questo solo “grazie al sacrificio personale ed agli sforzi sovraumani di giornalisti e poligrafici”.

“I dipendenti – come scrive, infatti, ancora la redazione sulla prima pagina del giornale – hanno prima fatto fronte ad un lungo periodo di contratti di solidarietà, per evitare licenziamenti riducendo le retribuzioni di tutti. Da ultimo si sono trovati per molti mesi persino senza stipendio, continuando tuttavia a lavorare come sempre, con immutato spirito di servizio nei confronti dei lettori che ogni giorno, andando in edicola a comprare una copia del ‘Roma’, rinnovano il tacito patto che li unisce a noi in una ideale grande famiglia”. Ed oggi, per far fronte alla chiusura della precedente società editrice, i dipendenti hanno deciso di costituire la “Società Cooperativa Nuovo Giornale Roma” che dal numero odierno ha iniziato ad editare, per la prima volta, il quotidiano.

Una nuova compagine, dunque. Per una sfida tutta ancora da affrontare. E possibilmente da vincere: “la nave è salva, ma la tempesta non è ancora finita. Siamo di fronte ad una sfida immane. Non è la prima volta per il nostro giornale che è passato, nel corso della sua lunga storia, attraverso numerose chiusure e rinascite” incalzano i giornalisti. Chiusure e rinascite, appunto. Come l’ultima, quella del 1996, quando il compianto Pinuccio Tatarella riuscì a riportare in edicola il “Roma” dopo anni di fermo.

“È con lo stesso spirito che contraddistingueva Pinuccio, ottimista e visionario, che affrontiamo questa nuova sfida. La vinceremo? Saremo insieme a deciderlo, noi dipendenti e voi lettori. Abbiamo alle spalle una grande storia, cerchiamo assieme di costruire un grande futuro” conclude la redazione.

Lo spirito è quello giusto. Le forze non mancano. La parola ora passa al mercato.

Addio vecchio Roma, bentornato nuovo Roma.

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