Non c’è pace per il Tg di Antenna Sicilia. La ripartenza non soddisfa l’Assostampa di Catania che ha criticato il nuovo corso del telegiornale che avrebbe deluso le aspettative dei giornalisti del sindacato e delle associazioni. Per i cronisti, infatti, non si tratta di una “ripartenza” bensì di un’operazione di maquillage. Che non basterebbe ad assolvere gli impegni assunti e a rafforzare il comparto news della televisione e del panorama locale.
A bocciare il nuovo corso del tg di Antenna Sicilia è stato il segretario provinciale di Catania dell’Assostampa, Orazio Aleppo. Che in una nota ha dichiarato. “La ripartenza dei Tg di Antenna Sicilia – salutata positivamente dal sindacato dei giornalisti – ha invece disatteso le ovvie speranze di nuova occupazione giornalistica. In realtà l’emittente Antenna Sicilia non mette in onda un prodotto informativo realizzato da una propria redazione, ma si limita a trasmettere, come fa ormai da anni, gli stessi servizi realizzati dalla redazione che cura il Tg di Telecolor che li mette in onda su quella stessa rete”.
Ma non è tutto. Aleppo ha aggiunto. “Il nuovo studio, il nuovo conduttore, oggi pensionato, con un glorioso passato targato Rai, qualche giovane lettrice non giornalista e la tambureggiante pubblicità a tutta pagina sul giornale del gruppo Ciancio costituiscono solo un’operazione di maquillage che fa seguito a una ristrutturazione delle aziende non solo televisive dello stesso gruppo”. Dunque ha concluso. “In considerazione dei cospicui finanziamenti pubblici che la prima emittente siciliana ha continuato a ricevere ogni anno nonostante la ingiustificata e incomprensibile chiusura dei Tg avvenuta nel 2015 col conseguente licenziamento di tutti i dipendenti era più che mai lecito attendersi un impegno occupazionale chiaro e di prospettiva strutturale nel settore delle news”.
Per Aleppo si è trattato di un “impegno, auspicato da questa segreteria provinciale, che il sindacato dei giornalisti si attendeva e che aveva salutato positivamente ma che invece è stato totalmente disatteso”. La lunga vicenda si era aperta nell’estate del 2015. Anzi, era entrata nel vivo in quell’epoca. A settembre, poi, la scelta definitiva che mandò confermati gli esuberi annunciati. E quindi, a ottobre, ci fu la chiusura. In mezzo, un furibondo braccio di ferro tra l’Assostampa, la politica e la proprietà. Le sigle di categoria denunciarono il silenzio delle istituzioni di fronte alla scelta della Sige di chiudere i battenti. Ora il rilancio che, però, lascia l’amaro in bocca ai giornalisti.