La pubblicazione del rapporto 2023 Media Pluralism Monitor da parte del Centro per il pluralismo e la libertà dei media ha avviato un dibattito che, come spesso accade, esula dagli esiti reali del testo. Il rapporto fotografa una situazione del pluralismo in Italia a rischio e sarebbe utile per chi ne parla e ne discute leggerlo. L’Italia non eccelle, per carità, ma è nella media degli altri Paesi europei; non c’è, al momento alcuna emergenza, casomai questo pluralismo andrebbe curato, perché nulla è più pericoloso per le libertà che l’approssimazione.
La situazione italiana è descritta nel rapporto come una situazione a medio rischio, ma il termine rischio è sempre presente, come è giusto che sia, nella relazione. La tendenza da parte del Governo è di dare poco spazio alle opposizioni sia nella gestione del servizio pubblico che nella allocazione delle risorse pubbliche. Ma nulla di nuovo sotto al sole, il governo giallo-verde con Crimi e Morelli abrogò la legge che sosteneva il pluralismo nell’editoria prevedendo solo bandi, chiaramente gestiti dal Governo. E anche la questione Rai non è mai stata affrontata da nessun Governo per garantire la presenza delle opposizioni, insomma nulla di nuovo sotto al sole. Così come è prassi di tutti i Governi che si sono succeduti in questi anni di minacciare misure penali ed amministrative nei confronti dei giornalisti. Ed infine anche sul ruolo del sostegno pubblico al pluralismo, altro argomento per il quale l’Italia è a rischio medio per la fragilità del sistema editoriale e per l’esiguità delle risorse messe in campo, inferiori a quelle degli altri paesi, non si è mosso molto. Insomma, leggendo il rapporto, che alleghiamo, l’impressione è che non vi è molto di nuovo sotto al sole e che basterebbe che il dibattito politico vada oltre i facili slogan ai quali si limitano le maggioranze e le opposizioni del momento. Tra un anno entrerà in vigore il Media Freedom Act e in quell’occasione volenti o nolenti le regole cambieranno. L’auspicio è che si riesca ad andare oltre le polemiche ed i massimalisti per garantire che l’Italia passi da un rischio medio ad uno basso circa la tutela del pluralismo. Ricordando che la libertà va sempre difesa, perché i rischi sono l’unica certezza per le democrazie.
Ecco qui il Report integrale per quanto riguarda l’Italia