Da poco più di una settimana è scaduto il mandato di Corrado Calabrò e dei suoi collaboratori ai vertici dell’Agcom. Mercoledì la Camera voterà due dei quattro commissari che faranno parte della nuova Autorità. Gli altri due verranno scelti dal Senato, mentre il presidente è di nomina governativa. Ricordiamo che l’articolo 23 Decreto SalvaItalia ha dimezzato l’organigramma dell’Agcom, che in precedenza era composto da otto commissari. Nei giorni scorsi sono arrivate diverse smentite da parte di alcuni candidati al ruolo presidenziale. L’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha detto che si sentirebbe un disertore se abbandonasse il suo incarico per andare a presiedere l’Agcom. Un secco rifiuto è arrivato anche dal segretario generale Roberto Viola, il quale “ha altri progetti per il suo futuro professionale” . Viola è stato più volte accostato al Pdl, del quale, secondo alcuni, avrebbe fatto gli interessi nell’ambito della transizione dall’analogico al digitale e nella recente vicenda delle frequenze. Nelle ultime ore è spuntata la candidatura di Angelo Marcello Cardani, professore di economia politica alla Bocconi. Cardani ha collaborato con Mario Monti nel periodo in cui l’attuale Presidente del Consiglio deteneva la carica di Commissario UE (1995-1999). Intanto piovono polemiche sulle modalità con cui saranno scelti i nuovi commissari. Il nodo della questione è l’assenza di trasparenza nelle votazioni. Beppe Giulietti invoca la presentazione delle candidature almeno nelle Commissioni di merito. Il radicale Marco Beltrandi ha detto che non parteciperà alle votazioni se sarà utilizzato il solito “metodo dei bigliettini”. L’opinione pubblica, rappresentata da Open Media Coalition, chiede valutazioni rigide e approfondite per le nomine ed esige che le votazioni non siano determinate dai partiti. Difficile ignorare l’appello delle associazioni di settore , in virtù delle problematiche che i nuovi commissari dovranno fronteggiare. Il diritto d’autore, le frequenze, l’accesso disaggregato, sono questioni che possono essere affrontate solo da individui con determinate competenze tecniche. A poco servirebbero, per l’interesse nazionale, “marionette dei partiti”.
Luana Lo Masto