Tutelare ogni contenuto. È questo l’obiettivo del Trattato sulla protezione degli Organismi di Radiodiffusione. L’Ompi (l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale) lo sta studiando. Si tratta di un progetto che estenderebbe all’ennesima potenza il diritto d’autore. L’approvazione è prevista per il 2014. In tal caso sarebbe blindato per almeno 50 anni (come accade per le opere letterarie ed audiovisive) ogni tipo di video trasmesso da un emittente o presentato su un sito. A tutto vantaggio (o svantaggio, dipende dalle opinioni) degli editori digitali.
L’Electronic Frontier Foundation (Eff), l’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti digitali, ha sottolineato l’aspetto controverso del progetto. Secondo alcuni broadcaster sarebbe un rimedio ai pirati della banda e eviterebbe furti del segnale. Ma il vero obiettivo secondo l’Eff, sarebbe, come è detto in precedenza, blindare per oltre 50 anni ogni tipo di contenuto, comprese (e forse soprattutto) le notizie di informazione.
In effetti una tale ragnatela legislativa rischia di far perdere alla rete la sua peculiarità più virtuosa: la condivisione della conoscenza. Il tutto danneggerebbe l’intero sviluppo economico del web. Proprio su questa lunghezza d’onda si pone Roberto Natale (Fnsi) che afferma: «È un progetto pericoloso per noi non accettabile. Il lavoro intellettuale va tutelato. L’utopia del tutto gratis fa disastri, ma con questi vincoli sarebbe un freno pericolosissimo alla diffusione della cultura e dell’informazione. Noi pensiamo che debba esserci la giusta ricompensa per il lavoro intellettuale e quindi il diritto d’autore deve essere difeso anche nell’era della rete in quanto l’illusione del prodotto gratuito non risponde alla questione fondamentale consistente nella necessità di reperire le risorse per sostenere l’attività giornalistica e culturale, tuttavia un vincolo di 50 anni rischia di pregiudicare irrimediabilmente ogni possibilità di condivisione».
Ma certamente il progetto è destinato a sollevare un polverone nell’opinione pubblica, come è successo nel caso del trattato Acta che è stato bloccato dal Parlamento Europeo anche grazie alla mobilitazione generale e all’opposizione del Partito Pirata e di Anonymous.
Tuttavia il problema del diritto d’autore nella società della massima condivisione è molto complesso. In Germania si sta discutendo un progetto di legge per far pagare alle web company come Google e agli aggregatori di notizie una sorta di tassa per la pubblicazione di contenuti prodotti da terzi. E la Francia sembra essersi accodata per “sfruttare la scia”. Il tutto mentre il Giappone ha appena ratificato l’Acta.
L’Ompi è mosso da un nobile obiettivo: promuovere la creatività e l’innovazione attraverso un sistema internazionale di proprietà intellettuale efficace. Ma la conoscenza è creata da altra conoscenza. E la creatività e l’innovazione nascono dalla condivisione della conoscenza.