IL PROCURATORE BRUTI LIBERATI: «A MILANO, D’ORA IN POI, TUTTI COME SALLUSTI». E SE FOSSE STATA APPROVATA UNA NUOVA LEGGE?

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Caso Sallusti, il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati invoca : «uniformità di giudizio». D’ora in poi, spiega il magistrato: «la legge “svuota carceri” sarà applicata a tutti i casi simili a quello di Alessandro Sallusti». Ma se “il caso” fosse stato risolto in Parlamento, sarebbe rimasta intatta la discrasia interpretativa della legge tra la procura di Milano e il resto del Paese?. Procediamo con ordine. A partire proprio dalla frattura interna alla Procura meneghina. Sanata, in pratica, sul filo di lana. Ed è stato lo stesso Bruti Liberati a porre fine al dibattito interno sull’applicazione della legge n.199 del 2010, la cosiddetta “svuota carceri”, nel caso dell’ex direttore di Libero condannato a 14 mesi per diffamazione a mezzo stampa. «È emersa la necessità di rivisitazione delle prassi applicative della norma. Il fine è assicurare una uniformità di indirizzo che appare esigenza imprescindibile nella materia della esecuzione penale», ha stabilito il magistrato.
In altre parole il procuratore capo, con un provvedimento di autorità “ad hoc”, ha esteso il trattamento riservato a Sallusti ai casi simili. Morale della favola: d’ora in poi a Milano, sarà applicata la legge “svuota carceri” anche ai detenuti che non ne hanno fatto richiesta e indipendentemente dalla loro volontà. L’importante è che siano rispettati i prerequisiti: pena inferiore ai 18 mesi, non pericolosità sociale, non pericolo di fuga, domicilio affidabile ed idoneo, assenza di recidive rilevanti.
Insomma: il “caso Sallusti” ha fatto scuola, perlomeno nel capoluogo lombardo. Ma a questo punto sorge spontanea una riflessione: se il Parlamento avesse approvato il ddl diffamazione e, quindi il “caso Sallusti” fosse stato risolto in via legislativa, magari eliminando il carcere “tout court” per i giornalisti, sarebbe rimasta intatta la discrasia interpretativa della norma “svuota carceri”? Per essere più chiari: sarebbero rimasti i domiciliari, anzi, come ha precisato Bruti Liberati, l’esecuzione della pena presso il domicilio, per chi ha avuto la “fortuna” di delinquere in una Procura che adotta la legge n.199 (come ormai nel caso milanese) e, invece, il carcere senza condizionale per chi, all’opposto, si fosse macchiato dello stesso tipo di reato commesso però in una procura che non aveva adottato lo svuota-carceri?. La risposta rimanda obbligatoriamente a un altro quesito: la legge è o non è uguale per tutti?

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