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Il Presidente Mattarella premia Mimmo Porpiglia, direttore de “la gente d’Italia”

Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in occasione della sua visita a Montevideo, nel luogo simbolo dell’emigrazione, “la casa degli italiani” ha consegnato una targa a Mimmo Porpiglia, direttore del quotidiano “La Gente d’Italia, Cronache degli italiani nel mondo”. Un premio alla carriera e all’intrapresa di un italiano, di un giornalista di lungo corso, che da sempre si combatte per rendere piena dignità agli italiani all’estero. Una targa, quindi, piena di significati e orgoglio per Mimmo Porpiglia.

Nel secondo e ultimo giorno della visita in Uruguay del Presidente della Repubblica, il cerimoniale del Quirinale ha fissato l’appuntamento che maggiormente avvicinava Sergio Mattarella alla gente, alla gente italiana dell’Uruguay. Italiani di oggi e di ieri, italiani che lo sono solo attraverso qualche generazione, ma che tutti, sempre, continuano a essere uniti dalla stessa radice, lontana solo da un punto di vista geografico.

Così quando il Presidente della Repubblica ha parlato, un discorso breve, ma incisivo, che ha toccato, ma davvero il cuore di tutti coloro che assiepavano, seduti e in piedi, la Casa degli Italiani, alla fine è scattata una standing ovation immediata e genuina. Tutti in piedi ad applaudire il Presidente, che sì anche questa volta si è dimostrato tale, e per davvero, di tutti gli italiani, senza confini e senza dimenticare nemmeno i bambini della scuola, ai quali sono andati i complimenti per aver cantato, entrambi gli inni, prima l’uruguaiano, poi l’italiano. Un lungo applauso che ha fatto da prologo a un momento altamente particolare e che con grande passione è stato accolto anche da tutto il pubblico presente: la targa a ‘La Gente d’Italia’.

Così, tra gli applausi, Mattarella ha voluto consegnare il suggestivo riconoscimento direttamente nelle mani del direttore Domenico Porpiglia. “Innanzitutto vorrei chiarire – ha detto sorridendo il Presidente – che ci sono diversi tipi di targhe, quelle che si danno alla conclusione, quelle che si danno per augurio all’inizio e quelle che si danno durante il percorso per ringraziamento e sostegno, questa appartiene all’ultima categoria“. Una precisazione che ha fatto scattare un altro spontaneo applauso.

Ma prima ancora delle parole del Presidente, il direttore ha voluto chiamare sul palco tutta la sua redazione, in buona parte presente in sala, per condividere con i suoi collaboratori un momento che sarà ricordato da tutti noi, per sempre. Così uno dietro l’altro sono saliti Pantaleone Sorgi, Roberto Zanni, Leticia Baz, Matteo Forciniti, Matilde Gericke e Stefano Casini poi ancora nominati i non presenti, Gianluca Pugliese, Pietro Mariano Benni, Franco Esposito, Caterina Pasqualigo, Donatella Esposito, Elida Sergi, Stefano Ghionni, Sandra Echenique, Enrico Varriale e Francesca Porpiglia.

Nel suo breve discorso, a chiusura della cerimonia di premiazione, il Presidente ha detto: “Sono lietissimo di consegnare questo simbolo per ringraziare del grande contributo che la testata fornisce al rapporto affettivo, culturale di conoscenza economica di collegamento con l’Italia, è un lavoro, un’opera di grande importanza per due ragioni, primo perchè la stampa è un elemento fondamentale della libertà, della democrazia e chi collabora a un giornale conferisce reca a tutta la collettività un grande contributo che rassicura, che garantisce la circolazione delle idee, garantisce la conoscenza degli avvenimenti, consente che si svolga un giudizio e quindi garantisce il sostegno la libertà e la democrazia, e in secondo luogo perchè questo lavoro viene svolto per tenere il collegamento intensamente alto con l’Italia. Di questo ringrazio molto il direttore e tutto il corpo redazionale che vi lavora. Grazie molto per quello che fate. Auguri.”

Per un giorno un giornale, un piccolo grande giornale torna a dare dignità alla funzione della stampa e della libera informazione, nell’epoca della crisi d’identità della cultura. Merito di un uomo tenace come Mimmo Porpiglia.

 

Salvatore Monaco.

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