Le donne protagoniste del Premio Matilde Serao. Il 28 maggio nella splendida cornice del Teatro San Carlo di Napoli ha avuto luogo la seconda edizione del premio letterario Matilde Serao organizzato dal direttore del Mattino Alessandro Barbaro sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, di cui Matilde Serao è stata cofondatrice. La giornalista greca , adottata dalla città partenopea, è stata la prima donna ha dirigere il quotidiano e ha raccontato magistralmente con i suoi articoli i costumi della società napoletana a cui ha dedicato il libro “il Ventre di Napoli”. Ospite d’eccezione dell’evento Lina Sastri protagonista, nelle vesti di donna Matilde, di un cortometraggio realizzato da giovani ed esperti filmakers di Giffoni experience. Hanno emozionato la platea del teatro napoletano anche le tre prime donne campane della lirica internazionale. Maria Grazia Schiavo, Carmen Giannattasio e Rosa Feola. Il libro della scrittrice iraniana “Leggere Lolita a Teheran”, e’ stato trodotto in 32 lingue in tutto il mondo. “Matilde Serao è una donna molto moderna, ma anche tanto di più – ha affermato Azar Nafisi – . E’ incredibile la sua passione per la conoscenza, la sua sete di verità. E la verità è sempre pericolosa. Non è un caso che abbia cominciato dal giornalismo che è la ricerca della verità. Per questo dopo cento anni ci troviamo qui a raccontarla. La Serao sarà sempre attuale per le nostre figlie, è la figlia delle nostre figlie”. Ha espresso grande soddisfazione per la cerimonia il direttore del Mattino Alessandro Barbaro. “Dopo la prima edizione, tenutasi lo scorso anno al Teatro Nazionale Mercadante, in cui abbiamo assegnato il premio Matilde Sero ad Antonia Arsal – ha spiegato il direttore del Mattino – quest’anno abbiamo individuato come location ideale per la nostra manifestazione il teatro San Carlo. Una giuria allargata composta da tutta la redazione de “Il Mattino” e dagli editorialisti, gli scrittori, i collaboratori autorevoli del giornale ha deliberato di consegnare il prestigioso riconoscimento ad Azar Nafisi, iraniana di nascita , da anni residente in Usa – ha proseguito Alessandro Barbaro – . Azar Nafisi è l’autrice di “Leggere Lolita a Teheran e testimonia con il volume delle opere da lei composta e con il suo stile di vita quanto sia importante l’immaginazione nella lotta per la conquista e la custodia delle libertà individuali e dei diritti umani”. “ Il concetto di verità non si può separare dalla figura di Matilde Serao. Quando ero bambina all’età di quattro anni, mio papà ogni sera mi leggeva una fiaba di un autore che apparteneva ad una nazionalità diversa, quale ad esempio Andersen per l’Olanda e Collodi per l’ Italia; in particolare sono rimasta molto attratta dalla fiaba di Pinocchio, di cui ho appreso come si può realizzare una magia , come può l’impossibile diventare possibile, un pezzo di legno trasformarsi in anima e come l’anima riesce a vivificare ogni cosa nel mondo. L’immaginazione ha un potere sovversivo, – ha continuato la scrittrice – io credo che l’immaginazione sia molto sovversiva al punto che uno dei primi gesti che i tiranni compiono appena salgono al potere è quello di bruciare i libri. I libri possono rendere l’integrità a noi esseri umani, ma non possono salvarci dalla morte e non a caso le donne intellettuali in Iran possono influenzare la civiltà dandone un senso di modernità, dando voce anche a movimenti rivoluzionari. Il mio approccio all’Italia – ha aggiunto la scrittrice Nafisi – è avvenuto attraverso opere dell’immaginario: pur se da lontano , ho da subito apprezzato l’arte italiana in tutte le sue sfaccettature dal cinema alla pittura, alla cultura , alla scrittura ed oggi sono profondamente onorata di ricevere il premio Matilde Serao, in una città come Napoli, dove la bellezza dei palazzi, la vivacità dei suoi colori, l’intensità dei suoi profumi, rendono l’idea di una sensualità e di vicinanza al corpo tale da poterle permetterei esportare nel mondo ciò che di più etereo e concreto esiste: la spiritualità!”. Il premio Matilde Serao è stato inoltre assegnato alla giornalista Lucia Goracci , inviata di guerra RAI. «Questo premio intitolato a Matilde Serao ha per me un significato molto forte, perché è un riconoscimento destinato alle donne, che sono sempre e in ogni latitudine una forza per la società tutta. Ho molta fiducia nelle donne, nella loro voglia di cambiare, nella determinazione che le caratterizza – confessa la reporter – rifuggono la guerra e la violenza, ma sono in prima linea per proteggere i propri cari, per organizzare la fuga dei figli, per la cura dei vecchi e dei sofferenti».
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