Caro direttore, non sapevo
che dal2011 il contributo ministeriale
alla stampa si basa
su un parametro diverso con
il quale viene erogato: dal numero
di pezzi tirati si è passato
a quelli effettivamente distribuiti
e venduti. Questa
procedura anche se colpirà
quelli che come Lavitola con
l’Avanti! non facevano un
giornale capace di essere
venduto, non mi convince
perchè stiamo vivendo momenti
molto brutti per la democrazia
e per la difesa del
diritto all’informazione e alla
stampa libera. La quale
nel suo complesso virtuoso e
professionalmente valido, è
stata spogliata dalla televisione
di una grossa fetta di pubblicità
per cui diviene sempre
più difficile finanziarsi e
andare in utile. Quando si
fanno mancare i presupposti
e i fondamentali, è facile e
non semplice parlare del
mercato gran regolatore di
tutto, dal momento che è in
gioco un bene enorme da tutelare
come la tutela della
corretta conoscenza di fatti
che riguardano tutti noi. Perché
il pericolo che si presenta
è che le testate possono essere
e divenire strategiche
per la malavita in tutte le sue
forme, specie con quella che
si presenta con i colletti bianchi
e l’aria di chi sta facendo
affari per investire lecitamente.
Ma che nasconde invece,
non per il domani ma per il
dopodomani, la volontà di
impossessarsi, come una
piovra, di quel poco che resta
ai cittadini: una stampa
libera e indipendente che
possa resistere alle intimidazione
e ai condizionamenti.
Francesco de Goyzueta (Il Mattino)
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